Giovedì 25 Aprile 2024

Nel Donbass prove di guerra vera Bombe e feriti, distrutto un asilo

Scambi di artiglieria tra separatisti filorussi e truppe ucraine, colpito anche un liceo. Accuse incrociate. Allarme Ocse: "Cinquecento esplosioni nella notte". Il sospetto: Mosca cerca un pretesto per invadere

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di Giampaolo Pioli

Colpi di mortaio nel Donbass squarciano il cortile di un asilo nido. Altri proiettili cadono su un edificio vicino e 29 bambini con 14 membri del personale riescono a trovare riparo in rifugi sotterranei. Gli attacchi registrati nella giornata di ieri e nella notte di mercoledì sono saliti a 34 e i siti colpiti sono stati 26. L’escalation è evidente, bombe e feriti. Violati ripetuti cessate fuoco. I buchi nelle mura della scuola per bambini colpita sono enormi. Per Mosca "la situazione è esplosiva". Il bilancio provvisorio nei bombardamenti del Donbass è di due soldati ucraini e due civili feriti. I ribelli hanno abbattuto un drone di Kiev usato nei raid. I bambini sotto i colpi di mortaio stanno tutti bene e sono stati messi in salvo ma gli attacchi improvvisi non si arrestano e l’aver colpito le scuola aggiunge un inquietante significato. Kiev accusa i separatisti filorussi di aver sparato per lanciare la provocazione e giustificare l’intervento delle forze russe. I ribelli denunciano la parte avversa, e fanno le vittime, ma è proprio quello che si temeva. I ribelli dell’autoproclamata Repubblica di Donetsk puntano il dito contro Kiev: "L’esercito ucraino continua a bombardare infrastrutture e palazzi residenziali" a Donetsk. Secondo l’Osce, ci sono state 500 esplosioni, principalmente nell’ovest di Luhansk.

Le forze armate russe nonostante le rassicurazioni di Putin non si sono ancora ritirate dai confini e potrebbero essere pronte a intervenire rigirando la punta dei carri armati verso l’Ucraina. I continui attacchi, le schermaglie, ma anche i feriti e i morti se arriveranno sono la miccia che tutti temevano e che rischia di far esplodere la polveriera Ucraina. Un treno proveniente dall’ovest del Paese è arrivato nella regione di Luhansk e a Vrurivka carico di volontari armati pronti a combattere al grido di "Ucraina libera, Ucraina indipendente". Anche il capo della Stato Zelenksy, adesso, sebbene non dica come gli americani che l’attacco è imminente, visita le truppe in tuta mimetica come un presidente di guerra.

Nella seduta del Consiglio di Sicurezza dell’Onu viene stigmatizzato l’uso della violenza e si riafferma che l’unica soluzione è quella diplomatica. I Paesi occidentali sono compatti mentre la Cina senza attaccare gli Usa direttamente li accusa, però, di aver allargato la Nato ingiustamente. Secondo Kiev gli agenti e le milizie filorusse nel Donbass affiancate anche da forze mercenarie, si starebbero preparando a incendiare le polveri nonostante nelle ultime settimane la diplomazia avesse lavorato intensamente.

Anche l’espulsione da Mosca del vice ambasciatore americano, Bart Gorman, annunciata con oltre una settimana di ritardo è la prova che le cose potrebbero volgere al peggio. E il capo dello stato Zelensky arriva quasi al fronte e visita le truppe presentandosi in tuta mimetica come un presidente di guerra. Putin sa che le parti devono sedersi al tavolo per far rispettare gli accordi di Minsk. Il compromesso comporta rinunce da entrambe le parti ma soprattutto il riconoscimento delle repubbliche separatiste affinché possano godere di uno statuto speciale che Kiev però non intende concedere anche se non produce atti ostili o repressione tra la popolazione ribelle.

L’ultimo rapporto di servizi di monitoraggio di Kiev nelle ultime ore è stato violato per 219 volte e potrebbe proseguire con incidenti sempre più gravi.

Dal canto suo il Cremlino ha rovesciato le accuse americane, parlando a sua volta di "provocazioni" sul terreno: nel Donbass "la tensione è in aumento" e potrebbe "incendiarsi in ogni momento", ha avvertito. E se da una parte Mosca ha annunciato che prosegue il ritiro delle sue forze dalla Crimea, la Casa Bianca ha rivelato che la Russia ha al contrario aggiunto altri "7.000 militari" ai confini. Washington rivela anche la costruzione da parte di Mosca di un ponte chiave in Bielorussia, a 6-7 chilometri dalla frontiera ucraina: le foto satellitari parlano chiaro.