Mercoledì 24 Aprile 2024

Natale ortodosso, la tregua non c’è Accuse incrociate tra Mosca e Kiev

Russia e Ucraina hanno denunciato bombardamenti durante il cessate il fuoco ordinato da Putin per la festività. La Germania aiuta Zelensky: "Potenzieremo il vostro esercito". E l’Ue attacca il Cremlino: "Non siete credibili"

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di Marta

Ottaviani

Doveva essere una giornata di tregua in vista della Santa Notte di ieri e la giornata di festa di oggi. Niente di tutto questo, il Natale ortodosso, festeggiato a distanza di due settimane perché segue il calendario giuliano e non quello gregoriano, sta trascorrendo all’insegna della violenza e degli scambi di accuse fra Mosca e Kiev.

La tregua unilaterale dichiarata due giorni fa dal presidente russo, Vladimir Putin, ieri mattina era partita da appena un’ora e mezza, quando l’Ucraina ha denunciato bombardamenti sulla città di Kramatorsk, nell’est del Paese nella regione di Donetsk. Secondo Kyrylo Tymoshenko, vice capo dell’ufficio di presidenza ucraino, non ci sarebbero state vittime, ma solo danni a un edificio residenziale. Poco dopo, è arrivato l’allarme aerei per due caccia partiti dalla base di Baranovichi in Bielorussia, con relativo invito per la popolazione di andare nei rifugi. Completamente diversa la versione della Tass, l’agenzia stampa russa, secondo la quale sarebbe stata Kiev a aver avviato le ostilità nonostante la tregua natalizia bombardando l’area di Donetsk, Lugansk e Zaporizhzhia per tre volte già dalla prima mattina di ieri, ferendo tre civili.

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelenski, tira dritto: sulla tregua Mosca sta bluffando e il reale obiettivo del presidente Putin è guadagnare tempo per cercare di migliorare le sorti del conflitto. Ieri ha parlato al telefono con il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, per ringraziarlo del potente pacchetto di difesa messo a disposizione dalla Germania, che consiste in circa una quarantina di veicoli Marder e il sistema Patriot. Stando al portavoce del governo teutonico, Steffen Hebestreit, dovrebbero arrivare entro il primo trimestre di quest’anno, in tempo quindi per la primavera, ossia per quando le operazioni sul campo potrebbero riprendere in tutta la loro violenza, dopo la fine dell’inverno. Non solo, Berlino, nonostante i tentativi di influenza russa denunciati negli scorsi giorni, sembra determinata a proseguire la sua collaborazione con Kiev. Lo stesso Zelensky ha annunciato su Twitter che la Germania concorrerà a un potenziamento dell’esercito ucraino.

Barra dritta anche dall’Unione Europea. Il capo della diplomazia europea, Joseph Borrell, ha definito "non credibile" la tregua del Cremlino, aggiungendo che da Mosca si aspetta "passi concreti e la cessazione completa degli attacchi". "Fino a questo momento – ha detto Borrell – gli europei hanno fornito 44 miliardi di euro per aiutare l’Ucraina. Cifre enormi, spese in meno di un anno, in termini di aiuti civili, umanitari, macrofinanziari e soprattutto militari". Il commissario Ue ha poi sottolineato come l’Unione Europea sia riuscita a resistere al ricatto del gas russo. "Siamo stati in grado di eliminare la nostra dipendenza energetica dalla Russia. All’inizio della guerra l’Europa riceveva il 40% del suo gas dalla Russia. Oggi siamo praticamente a zero" ha chiosato il capo della diplomazia Ue.