Mercoledì 24 Aprile 2024

Multa e foto a chi va in bus senza biglietto

Migration

Simone

Arminio

Di fronte alle difficoltà nel perseguire chi viaggia in bus senza biglietto e senza documenti – 13mila casi solo nel 2019, il 27% delle sanzioni –, da qualche giorno Start Romagna allega alla multa, con le generalità dette a voce, anche una foto del moroso. Una procedura, già in uso in altre città (una tra tutte: Parma) e sulla quale il Garante della privacy ha dato il suo nulla osta.

Dopo l’annuncio, la girandola delle reazioni indignate ha invaso i social. Che diritto hanno di fotografarmi? Ho fatto un giro, per curiosità su qualcuna delle bacheche dei più infervorati oppositori a questa pratica. Dei primi cinque, in pochi minuti ho imparato nome, cognome, foto, professione, hobby e parenti stretti (con relativi nome, cognome, foto...). Di un paio, grazie alle stories di Instagram, saprei dirvi dove si trovano ora, nel momento in cui sto scrivendo. Tutti dati resi pubblici da loro stessi. C’è chi ha pubblicato la simulazione del suo volto da vecchio, autorizzando dunque una società informatica russa, autrice di quella app, all’utilizzo e alla conservazione dei propri dati sensibili associati al suo volto. Tiriamo le somme: ogni giorno rendiamo nota la nostra vita passo passo sui social, foto comprese, e in più tutte le volte che scarichiamo un’app autorizziamo l’accesso ai nostri dati, a tutto. Quando però viaggiamo senza biglietto e senza documenti, gridiamo allo scandalo se l’accertatore (un pubblico ufficiale) ci scatta una foto per associare il nostro volto ai dati che forniamo. Ma di cosa parliamo? Di privacy, giusto.