Giovedì 25 Aprile 2024

Mosca scatena l’offensiva verso Est "Inferno di fuoco sul Donbass"

Da Leopoli a Mariupol, oltre 350 attacchi missilistici. Presa anche Kreminna: vittime tra i civili. Spostati aerei e artiglieria pesante. Il governatore di Lugansk: si combatte in diverse città

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di Giovanni Rossi

Scatta la temuta offensiva russa nell’est del paese. Lo ufficializza, con nota allarmata e in tarda serata, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky: "Possiamo ora affermare che le truppe russe hanno iniziato la battaglia per il Donbass, per la quale si stavano preparando da tempo. Una grande parte dell’esercito russo è ormai consacrato a questa offensiva". È la fase due. Dopo il riposizionamento sul campo e l’accorciamento della catena logistica, Mosca potenzia gli attacchi dalle aree filorusse delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk. Obiettivo: provare ad annettersi l’intero Donbass. Ma l’azione di Mosca è avvolgente. Ecco come.

PIOGGIA DI MISSILI

SU TUTTO IL PAESE

L’Ucraina è grande e la Russia prova a trafiggerla da ogni direzione. Tra Pasqua e Pasquetta più di 350 attacchi e bombardamenti missilistici. Da Leopoli a Mariupol passando per il Donbass, altre devastazioni e tributi di sangue. La conferma dell’attacco a est arriva dal governatore della regione di Lugansk, Sergei Gaïdaï, che parla di "combattimenti incessanti, di inferno di fuoco" in diverse città, mentre le sirene d’allarme risuonano in tutto il Paese.

NESSUNA RESA

NELLA CITTÀ MARTIRE

Mariupol, la città martire sul mare d’Azov, non sventola bandiera bianca, ma secondo l’intelligence britannica ormai assomiglia a Grozny: "Uno scenario ceceno". Sotto i palazzi ridotti a scheletri, nelle viscere dei bunker nascosti dalle macerie, chi non ha potuto fuggire combatte fame, sete, orrore. Nonostante migliaia di morti, civili assediati e forze superstiti rifiutano la resa. Ma quanto può sopravvivere il simbolo Mariupol? E soprattutto: ha senso un sacrificio così geolocalizzato in un conflitto che ormai determina divaricazioni planetarie? Il campo rilancia eroismi quotidiani.

L’ACCIAIERIA

DI MARIUPOL

I difensori superstiti di Mariupol, dagli 800 ai 1.500 uomini, sono asserragliati nell’acciaieria Azovstal: nonostante la morte del proprio generale, declinano l’offerta di resa e annunciano che combatteranno "fino alla fine", anche a tutela dei quasi mille civili (anziani, donne, bambini, familiari dei difensori) nascosti nell’acciaieria, per i quali chiedono un "corridoio verde". Stessa opzione "per i soldati feriti e per le vittime che meritano un funerale con tutti gli onori". Secondo l’intelligence britannica, il coraggio della 36ª Brigata mette "a dura prova" le forze di Mosca: rallentandone l’avanzata anche altrove.

APPELLO DEL SINDACO

A PAPA FRANCESCO

"La propaganda russa vuole disorientare la nostra città e i nostri concittadini – dichiara il sindaco di Mariupol Vadym Boichenko –. Oggi lavoriamo con l’amministrazione militare con un solo obiettivo: avere la possibilità oggi di liberare da questo assedio i nostri cittadini. Il 90% della città è distrutta. Il 40% delle abitazioni non potrà più essere ricostruito. Purtroppo dobbiamo aggiungere il genocidio perpetrato dalla Federazione russa: più di 20mila persone uccise".

MOSCA A CACCIA DI ARMI

TARGET LEOPOLI E DNIPRO

Torna la paura anche a Leopoli, la città più grande dell’ovest, 70 km dal confine polacco. Una pioggia di missili cade sull’area ferroviaria. "Abbiamo distrutto un deposito di armi occidentali", è la propaganda di Mosca. Di sicuro muoiono sette civili. Le schegge penetrano in un vicino orfanotrofio e in un hotel per evacuati. Undici i feriti tra cui un bambino di tre anni profugo da Kharkiv. La Ue condanna. E Andriy Sadovyi, sindaco di Leopoli, denuncia "l’azione ai danni di civili pacifici". Anche a Dnipro i russi bombardano l’area ferroviaria.

CONQUISTATA KREMINNA

FLAGELLATA KHARKIV

Ma è a est che la situazione si infiamma. I russi conquistano Kreminna sparando – secondo gli ucraini – anche su macchine di civili in fuga (4 morti). Nove morti e 25 feriti nella regione di Kharkiv dopo 24 ore di bombardamenti. Flagellati dall’artiglieria anche un’area giochi per bambini e un centro per la distribuzione degli aiuti umanitari destinati alla popolazione. Secondo lo stato maggiore di Kiev, la resa dei conti nel Donbass non solo mostra una reale intensificazione, ma proietta rischi di nuovi catastrofi umanitarie. Le autorità militari ucraine dell’area di Lugansk invitano i civili a fuggire con toni da ultimo appello. Ma il mancato accordo tra le parti sulle rotte dell’esodo frena le partenze e aumenta i rischi per la popolazione civile. E arriva la notizia di spari persino contro le ambulanze.