Martedì 23 Aprile 2024

Morì a 6 anni in vacanza "Non fu un’intossicazione Ma un avvelenamento"

Il viaggio in Egitto finito in tragedia: i genitori hanno presentato un esposto. A causare il decesso può essere stato il contatto con una crema o un detergente

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di Nino Femiani

PALERMO

Dopo oltre sei mesi, il giallo sulla morte di Andrea Mirabile, 6 anni, deceduto dopo una breve agonia nel corso di una vacanza con la famiglia in un villaggio a cinque stelle di Sharm el Sheikh, segna una prima certezza. Il piccolo palermitano non è stato ucciso da un’intossicazione alimentare, come si è pensato per tutto questo tempo. Andrea è morto per un avvelenamento da contatto, un’azione tossica che ha colpito anche il padre Antonio, sebbene in maniera non fatale, e la mamma. Una vera svolta, quindi, che però lascia ancora tante zone grigie. In particolare, su quale sia stato il veleno-killer: potrebbe essere stato un sapone, una crema protettiva o uno spray abbronzante utilizzato dalla famiglia Mirabile. O addirittura un detergente impiegato nell’ambiente alberghiero, anche se il fatto che i Mirabile siano gli unici colpiti farebbe scartare questa pista.

Per giungere a una conclusione occorrerebbe inoltre conoscere elementi al momento ignoti, come il contenuto gastrico nel corpo del bambino, referto in possesso ancora dei sanitari egiziani. Solo qualche giorno fa la relazione del medico legale di Sharm è finita sulla scrivania del pm Vittorio Coppola, che coordina l’inchiesta, e che ha incaricato un interprete di tradurla. Duecento pagine fitte di dati che, dopo la traduzione dall’arabo, verranno trasmesse al consulente della Procura che solo allora potrà completare il suo lavoro.

Nonostante i dati a disposizione non siano completi, sembra ormai archiviata la tesi secondo la quale il bambino sarebbe morto per una intossicazione alimentare e prenderebbe corpo quella che a determinare il decesso sia stato il contatto con una sostanza tossica. Le duecento pagine dall’Egitto a Palermo sono arrivate dopo un esposto della famiglia Mirabile e l’autopsia di Andrea. Come al solito però i tempi della sanità e della giustizia del paese nordafricano sono stati lentissimi, come già nel caso Regeni. Solo la scorsa settimana il plico da Sharm, "bollinato" dal ministero della Salute, è sbarcato a Punta Raisi. Poi il materiale è passato a un traduttore dall’arabo, prima di arrivare nelle mani dell’anatomopatologo incaricato dalla Procura.

Il 1° luglio 2022 il piccolo Andrea, il padre Antonio e la madre Rosalia Manosperti, incinta di 5 mesi, si sentirono male: vomito, diarrea e forti cefalee. Andarono alla guardia medica di Sharm che diagnosticò loro un’intossicazione da cibo. Il giorno dopo il bambino e il padre peggiorarono e la donna chiamò un’ambulanza. Per Andrea non ci fu nulla da fare, la fine fu repentina. Antonio fu ricoverato in gravi condizioni e poi trasferito con un’aeroambulanza a Palermo con danni ai reni. Meno grave la madre della piccola vittima.

Nel resort i tre palermitani furono gli unici stare male, circostanza che indusse gli inquirenti a mettere in discussione da subito la tesi della intossicazione alimentare o di una dissenteria fulminante. D’altra parte quando papà Antonio arrivò al Policlinico di Palermo, i medici della Rianimazione diagnosticarono un’insufficienza renale e un’infezione alle vie urinarie. Una diagnosi che, già sei mesi fa, faceva ipotizzare un avvelenamento da contatto. Oggi la nuova pista potrebbe far riaprire il fascicolo aperto dagli egiziani con l’accusa di omicidio colposo a carico di ignoti. Saranno probabilmente riascoltati i genitori del ragazzo che, poche ore prima, avevano fatto una gita in barca.