Giovedì 25 Aprile 2024

Miss, atleti e comici: vincitori e vinti Vola la nipote del duce, ko Palamara

Rachele Mussolini colleziona oltre 5.600 preferenze a Roma. De Magistris trombato: mi prendo una pausa

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di Alessandro Farruggia

Non basta avere un passato, o essere un vip vero o presunto, per garantirsi un futuro in politica. La dura lezione dei seggi ha colpito ancora: i voti devi conquistarteli. Il nome Mussolini, certo, funziona sempre tra gli elettori di destra, e così Rachele Mussolini, la nipote del duce, figlia di Romano, ex consigliera comunale e candidata di Fd’I, è quella con più preferenze (oltre 5.600) a Roma. "Un risultato – dice lei – che ripaga del lavoro che ho svolto nei cinque anni in consiglio comunale all’opposizione con i miei colleghi di Fratelli d’Italia con i quali abbiamo condiviso tante battaglie".

Tra i più votati si segnala a Bologna l’exploit di Emily Clancy, che come capolista di Coalizione Civica ne raccoglie 3.541 e supera un altro mister preferenze come la sardina Matteo Santori, che ne ha 2.546. A Roma molti i flop, in tutti gli schieramenti. L’ex miss Italia Nadia Bengala, con una lista in supporto a Raggi prende una decina di voti. Un centinaio quello per l’ex showgirl Angela Melillo, con la lista Gualtieri.

Va anche peggio al suo collega del Bagaglino, il comico Pippo Franco: con sole 49 preferenze con la lista di Michetti resta molto lontano da una poltronissima e scivola anche sul green pass: viene coinvolto in una indagine dei carabinieri su un dentista romano che avrebbe fornito certificazioni false e potrebbe finire sul registro di indagati della procura di Roma.

Male anche l’ex ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi, che correva per Raggi, con 82 preferenze. Non toccano palla, nel Pd, l’ex difensore della Roma Ubaldo Righetti, campione d’Italia con la Roma di Liedholm e, nella lista Michetti, l’ex calciatore della Lazio Angelo Gregucci. Alle suppletive per un seggio alla Camera il dem Casu asfalta a Monte Mario-Primavalle Luca Palamara l’ex presidente dell’Anm che dopo essere finito sotto inchiesta è stato espulso dall’associazione sindacale dei magistrati: nonostante la notorietà raggiunta con lo scandalo toghe, non va oltre un modesto 6%.

In Calabria non riesce a entrare il consiglio regionale l’ex magistrato e sindaco di Napoli Luigi De Magistris e così anche il l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, a tre giorni dal voto condannato a 11 anni e 2 mesi per presunte irregolarità del ‘modello Riace’, nonostante un ottimo risultato personale (9.779 preferenze) vede la sua lista non superare lo sbarramento e rimane senza seggio. Nonostante sia finita nell’inchiesta di Fanpage sull’estrema destra viene invece eletta Chiara Valcepina, candidata di Fratelli d’Italia a Milano: è arrivata terza nella sua lista, con 903 voti.

Tra le curiosità, spicca quanto successo a Buti, paese di 5.700 anime in provincia di Pisa. Ancor prima dello spoglio, regnava già una certezza: la nuova sindaca si sarebbe chiamata Buti. A contendersi la poltrona di primo cittadino due donne dallo stesso cognome del paese: la candidata di centrosinistra Arianna Buti (lista Insieme per Buti) e quella di centrodestra Monia Buti (lista Buti al centro). Ha vinto la prima, con il 67%. In un comune del Friuli, Torviscosa, in provincia di Udine, due candidati sindaco, Enrico Monticolo e Marco Turco, sono stati invece pari in tutto: dalle preferenze (544) agli anni di età (54). E così ha prevalso quello più giovane, il civico Turco, per appena 3 mesi e 5 giorni.

Nel Foggiano, a Cerignola, comune sciolto per infiltrazioni mafiose nel 2019, il sindaco uscente Franco Metta, giudicato "incandidabile" dalla corte d’appello di Bari e "non presentabile" dall’antimafia, ha invece superato il primo turno e andrà al ballottaggio. E paradossalmente se dovesse essere eletto l’incandidabiltà varrebbe per le prossime elezioni. No vax sugli scudi a Trieste e a Rimini, dove il movimento3V è riuscito a ottenere in posto in cosiglio comunale, mentre a Milano fuori per uno 0,1% Gianluigi Paragone, che non supera la soglia di sbarramento del 3%. E ovviamente grida al complotto.