Martedì 17 Giugno 2025
REDAZIONE CRONACA

Ragazzo morto a Vimercate, il migliore amico: "Sì, a quella festa si fumava erba. Ero preoccupato"

Ha la voce che si spezza in gola Alessio mentre racconta la vita del suo migliore amico. Lui è ancora un ragazzo. La stessa età di quel compagno di giochi e di pallone che ancora fatica a credere che sia morto, fra le stesse mura dove neppure due giorni fa avevano festeggiato l’inizio del nuovo anno di Rossana Brambilla

Michael Minunno

Michael Minunno, un ragazzo di 17 anni di Concorezzo, trovato morto ieri a mezzogiorno, forse da ore. Il suo amico Nicola Fumagalli, che ieri ha compiuto i 18 anni, in fin di vita, in coma indotto all’ospedale San Gerardo di Monza. È tragica e misteriosa la vicenda scoperta ieri dai carabinieri di Vimercate in una casa di corte di via Ponti 16, a ridosso del vecchio ospedale e del centro storico di Vimercate. I due ragazzi avevano festeggiato assieme a diversi amici il Capodanno in casa di Nicola Fumagalli, lasciata libera dal papà, con cui era rimasto a vivere dopo la separazione dell’uomo dalla madre. Esclusa l’ipotesi di una morte violenta o di un suicidio, sembrerebbe da scartare anche la possibilità di una caldaia difettosa: i primi esami del sangue su Nicola Fumagalli non hanno dato esiti compatibili con una presenza letale di monossido di carbonio. Si attende l’esito dell’autopsia, anche se l’ipotesi più calda è che i due ragazzi abbiano patito le conseguenze di un cocktail di alcol e droghe. Nell’appartamento non sono state trovate tracce di droghe, ma solo il disordine dovuto alla festa del giorno prima, anche se uno strano odore è stato avvertito subito dai carabinieri. I militari erano stati avvisati dal personale sanitario dell’ambulanza inviata dal 118 dopo la tragica scoperta effettuata dalla donna delle pulizie, mandata sul posto a controllare dal padre di Nicola, preoccupato perché non aveva più notizie del figlio da ore.

Vimercate (Monza), 3 gennaio 2015 - Ha la voce che si spezza in gola Alessio mentre racconta la vita del suo migliore amico. Lui è ancora un ragazzo. La stessa età di quel compagno di giochi e di pallone che ancora fatica a credere che sia morto, fra le stesse mura dove neppure due giorni fa avevano festeggiato l’inizio del nuovo anno. Distrutto dal dolore, Alessio riempie i polmoni con respiri profondi, prima di iniziare ogni frase, che pronuncia a fatica. Nella memoria, gli anni trascorsi in compagnia, insieme agli altri giovani atleti di una squadraetta di calcio amatoriale, e quella serata di Capodanno passata insieme, proprio nella casa in cui il corpo senza vita di Michael Minunno verrà trovato poche ore dopo.

Eravate amici tu e Michael? «Sì, conoscevo Michael da cinque anni, giocavamo insieme a calcio nel Cosov di Villasanta. Mi sono subito trovato bene con lui. Abbiamo iniziato a uscire insieme. Ho sentito subito che era l’inizio di un legame profondo. Era davvero un bravo ragazzo».

Qual è l’ultimo ricordo che hai di Michael? «Il suono della sua risata a Capodanno e le mie preoccupazioni. Abbiamo festeggiato la fine dell’anno a casa di Nicola. Abbiamo ballato tutta la sera e riso molto. Ci stavamo divertendo, ma dopo qualche ora ho iniziato a notare che alcuni invitati che non conoscevo, stavano fumando erba. Michael ha passato del tempo con loro. Quando è tornato da me, ho ripetuto quello che gli avevo già detto più volte. Volevo che smettesse con lo sballo. A volte esagerava. Ero in pensiero per la sua salute. La serata tuttavia è finita in allegria. La mattina seguente stavamo tutti bene. Mio padre è venuto a prendermi alle 9.30. Ho salutato i ragazzi, convinto di rivederli nei prossimi giorni».

Cosa pensi sia successo dopo che sei uscito da quella casa, l’altra sera? «Non posso saperlo. Di una cosa sono sicuro: Michael non ha mai toccato acidi o droga pesante. Forse ha solo bevuto troppo, magari ha fumato qualcosa di sbagliato. Io non lo so cosa sia successo. Michael non era certo un ragazzo cattivo. Ma a volte esagerava con gli alcolici.Continuavo a ripetergli di prendersi più cura di sé. Ma non mi ascoltava. Del resto non si pensa mai che si possa arrivare a una conclusione tragica».

Non credi possa essersi trattato di un incidente? Forse una perdita di gas dalla caldaia? «Non so più a cosa credere. Ma forse non è nemmeno così importante. Fisicamente sto bene, ma moralmente sono a pezzi. Mi manca il mio amico».