Mercoledì 24 Aprile 2024

Meloni tira la volata a Fontana "La maggioranza è compatta Vincere qui avrà riflessi a Roma"

A Milano la kermesse del centrodestra. La premier elogia Berlusconi: "Il miglior ministro degli Esteri"

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di Giulia Bonezzi

"Mi sembra che ci siano due Italie. Una è quella di chi dice che siamo al baratro", della "rassegna stampa" dalla quale, confessa la premier Giorgia Meloni, "scopro che tutti i giorni litigo con un ministro, lo imbavaglio, a tratti lo fustigo, ma in Cdm c’è un clima completamente diverso". L’altra Italia "è quella dei dati, dice che lo spread è calato, l’inflazione pure, la Borsa è sopra di 20 punti, le stime del Pil sono state riviste al rialzo. Con il voto di domenica e lunedì diteci, tra l’Italia che percepisco e quella che leggo, l’Italia qual è". Così la leader di Fratelli d’Italia, alla chiusura milanese della campagna del governatore leghista Attilio Fontana (che sfiderà Pierfrancesco Majorino del Pd e Letizia Moratti del Terzo Polo), scommette sul risultato elezioni regionali che si disputano in Lombardia e anche nel Lazio.

"Avrà un riflesso nazionale, confermerà la vittoria della nostra maggioranza", concorda il capo di Forza Italia Silvio Berlusconi, definito "il miglior ministro degli Esteri che questo Paese abbia avuto" da Meloni che racconta un’Italia "stimata e benvoluta più di quanto pensiamo, non più la repubblica delle banane forte coi deboli e debole coi forti". Come prova cita i risultati del suo governo (intestandosi anche la vittoria della "battaglia sul tetto del gas" del precedente di Mario Draghi), strappa applausi alla platea lombarda sottolineando "il messaggio che lo Stato non tratta con la mafia e nemmeno con gli anarchici" e l’autonomia differenziata che "è un’altra norma incentrata sul merito", e rivendica che "abbiamo lavorato con velocità perché siamo una coalizione compatta, con una visione comune e un programma comune e andiamo a governare per realizzarlo". È un grande messaggio di compattezza quello che sprigiona dai quattro leader del centrodestra sul palco del teatro Dal Verme, prima che il ricandidato Fontana prometta ai lombardi, tra l’altro, di "superare in pochi mesi" il problema delle liste d’attesa in sanità, di "non consentire alle sinistre di governare questa Regione che guidiamo da 28 anni" e instaurare "finalmente un dialogo con un governo amico".

E anche se Fontana ha rifiutato i confronti televisivi non previsti per legge con gli altri candidati, accusandoli d’insultarlo, il segretario federale della Lega Matteo Salvini invita i militanti ad "abbattere il muro di silenzio che qualche radio, televisione e giornale nazionale ha eretto sulle elezioni in Lombardia perché sanno che il Pd perderà". Anche lui sottolinea che "Maurizio (Lupi, dei Moderati, ndr), Silvio e Giorgia per me sono amici, è la differenza tra il centrodestra unito e le sinistre divise in Lombardia e nel Lazio". "Tra noi c’è profondo affetto", conferma Berlusconi, coprendo Meloni e Salvini di complimenti e decretando che "questa è la festa della coalizione, cercano di farci litigare ma non ci riusciranno".

E però, tra palco e realtà, i militanti riflettono le tensioni tra alleati in vista di un voto che, se ricalcherà quello delle politiche di settembre in cui FdI doppiò la Lega anche in Lombardia, ribalterà gli equilibri di una Regione che è stata a trazione leghista con Forza Italia secondo azionista negli ultimi dieci anni. Sin dai banchetti schierati nel foyer del teatro, dove parte un battibecco, subito soffocato, tra militanti di FdI e leghisti che s’erano piazzati a imbandierare militarmente l’ingresso un’ora prima della partenza. Così, appena Berlusconi finisce di parlare, nel settore della platea, lottizzata tipo curva da stadio, in cui sventolano le bandiere tricolori di Forza Italia scatta il coro "c’è solo un presidente", immediatamente contrastato al secondo anello da un tripudio di vessilli di Fratelli d’Italia e acclamazioni: "Giorgia, Giorgia". Uguali a quelle che gli stessi spalti avevano intonato all’apertura insieme all’inno di Mameli, col controcanto a destra delle bandiere leghiste che rispondevano: "Matteo, Matteo". Tanto che l’interessato, Salvini, quando gli tocca la parola invita tutti a dedicare il coro al protagonista della serata, "Attilio". Tanto che "Attilio", quando è il suo turno, ricorda a tutti che "non abbiamo ancora vinto niente. Bisogna mandare le persone a votare, e a votare il centrodestra".