Lunedì 29 Aprile 2024

Maturità 2020, commissari interni: scatta il nuovo esame

Il ministro firma l’ordinanza, ma nessuna decisione sull’esame dal vivo o via web. Sempre più improbabile il ritorno in aula a maggio

L'esame di maturità 2020 resterà nella storia

L'esame di maturità 2020 resterà nella storia

Roma, 19 aprile 2020 - Mentre, dopo il via libera della Danimarca, sempre più Paesi in Europa si sono detti pronti a riaprire le scuole nelle prossime settimane, l’Italia ha rimandato il ritorno sui banchi a settembre. Anche se il ministero dell’Istruzione ha precisato che la decisione sarà presa in sede di Governo la strada da seguire, come anticipato tra le righe dalla stessa Lucia Azzolina, sembra quella indicata dal presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli. Una linea improntata alla cautela in conformità alle raccomandazioni dall’Oms che, solo pochi giorni fa, ha tuonato contro la decisione di alcuni Paesi europei di allentare le restrizioni affermando che i «numeri continuano a salire» e il Vecchio Continente «è ancora nel bel mezzo della tempesta». 

Qui il bollettino del 18 aprile

In attesa di una conferma ufficiale sul fronte della ripresa delle attività ‘in presenza’ che, secondo quanto annunciato da Azzolina, dovrebbe arrivare «a giorni», gli oltre 8 milioni di studenti, 900mila insegnati e 200mila amministrativi si stanno organizzando sulla base delle prime (e ancora piuttosto vaghe) indicazioni. Ancora incerta la sorte dei circa 500mila maturandi che tra pochi mesi dovranno affrontare l’esame di Stato. L’ordinanza attuativa del decreto legge del 6 aprile scorso, firmata ieri dal ministro dell’Istruzione, chiarisce soltanto che la commissione sarà formata da 6 commissari interni e dal presidente esterno. 

«In questo modo – ha spiegato Azzolina – gli studenti saranno valutati da docenti che conoscono il loro percorso e quanto realmente fatto durante questo particolare anno scolastico. Vogliamo un esame di Stato vero, serio, ma che tenga conto anche delle difficoltà affrontate a causa dell’emergenza ancora in atto». I presidenti – si legge nell’ordinanza – saranno nominati dagli uffici scolastici regionali, i commissari dai consigli di classe.  Nella composizione della commissione – fa sapere il ministero – «si terrà conto dell’equilibrio fra le varie discipline di ciascun indirizzo e in ogni caso, sarà assicurata la presenza del commissario di Italiano e di uno o più commissari che insegnano le discipline di indirizzo». Se, come appare ormai chiaro, non si tornerà a scuola entro il 18 maggio, l’esame consisterà solo in un colloquio orale «più robusto e corposo» che – come spiegato da Azzolina – racchiuderà tutto il programma scolastico. Rimane da chiarire se il colloquio avverrà ‘da remoto’ o se gli studenti potranno essere interrogati dal vivo. Ipotesi, quest’ultima, fortemente richiesta dai ragazzi e auspicata dal ministro.

Per quanto riguarda la ripresa dell’anno scolastico, anche l’unico punto fermo, ovvero la ripresa il primo settembre sembra vacillare. «Dedicheremo le prime settimane al lavoro per chi è rimasto indietro o ha avuto insufficienze» ha annunciato Azzolina ma le date devono ancora essere decise in accordo con le Regioni. È caos anche sull’organizzazione delle lezioni ‘in presenza’. Se da un lato si sta facendo di tutto per potenziare la didattica a distanza – dalla quale secondo i dati forniti da Flc Cgil risulta ancora escluso circa il 20 per cento degli alunni – , dall’altro si cercano modalità per consentire lezioni ‘in presenza’ rispettando le distanze. Tra le ipotesi sul tavolo turni in classe tra gli studenti, ricerca di nuove strutture, mascherine e guanti sui banchi, termoscanner all’entrata e gel igienizzante nelle aule.

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