Martedì 30 Aprile 2024

"I bus? Insufficienti, cari e poco puliti". In viaggio con i pendolari

Un nostro cronista è salito su mezzi dell’Atn raccogliendo giudizi e testimonianze sulla qualità del servizio

 Il nostro cronista   ascolta i racconti di tre dipendenti dell’Atn (foto Raffaele Nizza)

Il nostro cronista ascolta i racconti di tre dipendenti dell’Atn (foto Raffaele Nizza)

 Massa, 27 gennaio 2015 - C'era una volta un comune dove la montagna era abitata, le corriere trasportavano dai paesi a monte alla pianura migliaia di persone e quando ne perdevi una, poco dopo passava l’altra. Ora è cambiato tutto. I paesi sopra Massa si sono spopolati, gli autobus che li collegano con il piano passano poche volte al giorno e salvo rare eccezioni, sono semivuoti. Unica nota positiva, l’impegno degli autisti a fare del loro meglio. E’ questo, in sintesi, il bilancio di una mattina trascorsa prima tra i passeggeri in attesa del mezzo che li porta a Canevara e a Forno, poi sul bus: un pulmino Iveco con 27 posti a sedere dove all’andata, alle ore 12,30, c’erano 7 passeggeri, più conducente, giornalista e fotografo. Al ritorno i passeggeri erano due. Si comincia con qualche rimostranza sul costo del biglietto. «Andare a Forno costa un euro e 50 – lamenta la signora Marina – mi sembra troppo caro». Più articolata la protesta della signora Neride Ricci, 91 anni portati splendidamente: «Io prendo spesso questo autobus perchè devo fare ginnastica. Una volta c’erano molte più persone che lo prendevano, adesso ormai non sale quasi più nessuno. E anche le corse sono meno frequenti. E’ un peccato». Che il traffico da e per la montagna si sia drasticamente ridotto lo confermano i dipendenti Atn: «Rispetto a una volta il traffico passeggeri si è molto ridotto – ammette Giovanni Ferrari, conducente Atn – faccio l’autista da anni ed è una realtà».

Le signore Domenica e Vienna abitano a Forno e ieri sono scese in città: «E’ da 40 anni che prendiamo l’autobus – raccontano quasi all’unisono – abbiamo l’abbonamento: costa 39 euro al mese. Risparmiamo, perchè il biglietto andata e ritorno costa 3 euro. Troppo. Oggi l’autobus è pulito ma altre volte non sai dove sederti da quanto è sporco. Quando piove poi, si bagna tutto». «Era meglio una volta quanto c’era il bigliettaio a bordo – aggiunge la signora Tamara – o pagavi o non salivi. Ora invece...E i bus almeno erano puliti».«Io ho l’abbonamento annuale, costa 100 euro, è un bel risparmio – commenta il signor Giocondo, 80 anni – oggi sono andato a Massa a fare le analisi. Certo, una volta i bus erano pieni ma ormai i paesi sono vuoti». Più netta l’opinione di Maria Ginocchi: «Servirebbero corriere nuove, pulite. Ci sono troppi bus sporchi e l’Atn non si interessa. E quando c’era il bigliettaio ti sentivi anche più sicura. Adesso, invece...». Condizioni del bus a parte, bisogna dire che la salita verso Forno permette di vedere da vicino monti di una bellezza incredibile a due passi dal mare. E garantisce un tuffo nel recente passato. Salendo trovi la vecchia centrale idroelettrica, poi, dietro piazza Occhioni Magrini fa bella mostra, su una palazzina che ha visto tempi migliori, la scritta «Casa Socialista» con tanto di falce e martello ancora visibili. Ed è forse l’orgoglio di vivere immersi in una natura che ha ripreso forza che suggerisce a Maria Marchetti di chiedere all’Atn di prendere «bus più ecologici. Ormai è inutile che qui in montagna usino mezzi grandi che inquinano e viaggiano mezzi vuoti. Sarebbe meglio utilizzare mezzi più piccoli, meno inquinanti, magari ad elettricità o a gas-metano. E a chiamata. Così Atn spenderebbe anche meno». Malgrado la critica, la signora spezza comunque una lancia a favore del trasporto pubblico. «Io prendo il bus e non l’auto anche perché sull’autobus parli, socializzi con gli altri. Nell’auto sei sola con i tuoi pensieri, non parli con nessuno». Giovanni Pegollo concorda: «Io sto andando a lavorare e tornerò a casa questa sera. Continuo a prendere l’autobus anche se una volta c’erano molte più corse. Adesso hanno tagliato sia quelle al mattino presto sia quelle serali. Non ci offrono un buon servizio. Certo, una volta la corriera era piena di operai che andavano alla Dalmine. Adesso non c’è più la Dalmine e non ci sono neanche gli operai». A proposito. Anche Mario Nemolato protesta: «Abito a Canevara e pago 1,50 euro per fare 3 chilometri. Troppo. E i bus sono pochissimi e spesso non sono puliti»