Giovedì 25 Aprile 2024

Mascherine sportive? Il prototipo del Politecnico di Torino

Gli esperti stanno sperimentando (per ora per il basket) un modello che coniughi respirabilità e filtrazione. Gratis in open source

Mascherine in città. Il Politecnico di Torino ne sta studiando un tipo per lo sport (Ansa)

Mascherine in città. Il Politecnico di Torino ne sta studiando un tipo per lo sport (Ansa)

Torino, 2 luglio 2020 - Fare sport con la mascherina anti-Covid - oltre che scomodo - può risultare addirittura dannoso, spiegano i medici: sotto sforzo è necessario aumentare la capacità dei polmoni e le mascherine attualmente sul mercato sono del tutto inadeguate.  Partendo da questa considerazione un team multidisciplinare del Politecnico di Torino sta lavorando per cercare in tempi brevi una soluzione, sviluppando un prototipo di mascherina espressamente pensata per lo sport, che sarà reso disponibile in modalità open source, cioè disponibile gratuitamente per tutte le aziende interessate alla produzione.

Il pool di esperti 

"Sarà un modo anche per sostenere la ripartenza e l'economia", commenta il professor Marco Barla, referente del Rettore per lo Sport, che sta lavorando al progetto con i colleghi docenti dell'Ateneo, Ada Ferri (coordinatrice del progetto), Claudia De Giorgi e Cristian Campagnaro (designer), Paolo Tronville (che compie i test sui materiali filtranti) e l'ingegner Alice Ravizza (che si occupa degli aspetti di usabilità). Completano il gruppo la designer Martina Dugoni e gli ingegneri Federico Sternini, Matteo Genitrini e Francesca Dotti, giovani progettisti che supportano le attività di sviluppo prodotto, test e valutazione dello stesso, anche con il supporto della materioteca MATto del Politecnico di Torino.

Mascherina 'sportiva', i requisiti

Spiega Ada Ferri: "Dal rapporto emerge la necessità di adottare dispositivi di protezione, soprattutto nel caso di attività di contatto e in tutte le altre in cui sia impossibile mantenere la distanza di sicurezza; la mascherina deve essere adeguata alle particolari condizioni della pratica sportiva, deve garantire cioè due caratteristiche in contrasto tra loro: respirabilità e filtrazione".  Finora i produttori di mascherine si sono attivati per avviare produzioni dedicate allo sport, ma si tratta di dispositivi che non sembrano né all'altezza dei requisiti respiratori ed ergonomici né espressamente certificati per questo genere di attività.   La prima questione da affrontare è di comfort: uno sportivo ha bisogno di mascherine che consentano il passaggio di almeno 200 litri di aria al minuto, mentre le mascherine chirurgiche garantiscono 95 litri al minuto; una soluzione sarebbe avere una superficie più grande di tessuto filtrante, ma questo sarebbe ergonomicamente poco praticabile perché ridurrebbe la visuale e le prestazioni dell'atleta. 

La prova sul basket

La sfida, quindi, - sottolinea il Politecnico - è quella di individuare materiali con caratteristiche adeguate e soluzioni di prodotto che massimizzino la capacità di filtraggio e la respirabilità, garantendo, anche, un'indossabilità stabile e che non influenzi il gesto atletico.  L'idea è stata quella di pensare a diverse tipologie di mascherine differenti, adeguate ai livelli di intensità dello sport.  Ad esempio, nel basket non si raggiunge il massimo sforzo con continuità, quindi potrebbero essere sufficienti superfici filtranti/traspiranti più contenute. Proprio sul basket si stanno concentrando i primi test di prodotto. 

I materiali sono stati valutati presso i laboratori del Politecnico e i modelli sono stati indossati dagli atleti della squadra di basket Tam Tam ASD per sottoporli a una serie di test di indossabilità che hanno consentito di ottimizzare il design della mascherina e verificare, in via preliminare, l'efficacia dei materiali scelti. Seguiranno ulteriori test realizzati in collaborazione con l'Istituto di Medicina dello Sport di Torino per valutare da un punto di vista fisiologico, l'impatto del dispositivo sulle prestazioni degli atleti che le indossano e proseguire, dunque, nella direzione più opportuna lo sviluppo progettuale.  L'obiettivo è di arrivare alla definizione di standard replicabili e adottabili, appunto, dai produttori entro l'autunno, per avere in commercio prodotti a prezzi accessibili e che garantiscano la pratica delle attività sportive in piena sicurezza.