Mercoledì 24 Aprile 2024

Macron, alfiere dei diritti (se gli conviene)

Giovanni

Serafini

Il contrasto è terribile. Nelle stesse ore in cui la Procura di Roma chiudeva l’inchiesta sull’assassinio di Giulio Regeni, "seviziato per giorni con oggetti roventi, calci, pugni, lame e bastoni", il presidente egiziano Abdel Fatah Al-Sisi veniva ricevuto in pompa magna all’Eliseo. Le autorità francesi hanno steso il tappeto rosso per la sua visita di stato di tre giorni. Gli hanno reso gli onori militari agli Invalidi, il sindaco di Parigi Anne Hidalgo lo ha scarrozzato nei saloni affrescati dell’Hotel de Ville, il primo ministro Jean Castex gli ha reso omaggio a Matignon, Brigitte ed Emmanuel Macron lo hanno accolto nel palazzo presidenziale al rullio di tamburi della Garde Républicain. C’è stata – al riparo dalle telecamere – una cena di gala cui ha partecipato la crème della finanza, dell’industria, della cultura e della politica francese. Infine, ciliegina sulla torta, l’uomo che dal 2014 governa l’Egitto applicando "la repressione più importante che si sia mai vista fino ad ora" (parole della Federazione internazionale dei Diritti Umani), il presidente che rifiuta di dire la verità sulla morte di Regeni e che da febbraio fa marcire nel carcere di Tora il povero Zaki, proprio lui, Al-Sisi, è stato insignito della Gran Croce della Legion d’Onore, la massima onorificenza della Repubblica francese.

No caro Macron, stavolta non ci siamo. Sappiamo che quella medaglia la date a tutti i capi di Stato in visiva ufficiale, ma nella "patria dei diritti dell’Uomo" esibizioni di questo tipo ci sembrano inammissibili. Non si può proclamare che "il valore dell’uomo prevale su tutto", e poi fare affari e stringere alleanza con chi è convinto (Al-Sisi glielo ha proprio detto in faccia) che "i valori religiosi valgono più di quelli umani". Certo bisogna combattere il terrorismo islamico, stoppare il fanatismo di Erdogan, fare ombra a Putin, difendere gli interessi francesi in Libia… e "en passant" vendere aerei Rafale, sottomarini ed e altro materiale bellico. Sotto questo punto di vista l’aiuto del presidente egiziano può risultare utile. Ma a che prezzo!