Torino, 13 giugno 2018 - Quell'urlo contro i poliziotti al corteo anti-CasaPound - "dovete morire" - è costato molto caro a Lavinia Flavia Cassaro: la maestra infatti è stata licenziata. L'Ufficio Scolastico Regionale le ha notificato nei giorni scorsi il provvedimento, con decorrenza primo marzo, lo stesso giorno in cui venne sospesa. L'insegnante era stata indagata per istigazione a delinquere, oltraggio a pubblico ufficiale e minacce dopo la manifestazione antagonista del 22 febbraio scorso per le strade del centro di Torino, mentre all'interno di un albergo era in corso una iniziativa elettorale di Casapound.
MIUR / Il ministero propose il licenziamento
Durante il corteo venne ripresa dalle telecamere mentre insultava i poliziotti e augurava loro la morte. "Pare evidente che se Lavinia non fosse stata intercettata da giornalisti affamati di notizie e se, subito dopo, il premier della 'Buona scuola' non avesse ceduto alla tentazione di individuare una 'cattiva maestra, il caso Cassaro non ci sarebbe mai stato", sottolinea il coordinatore Nazionale Cub Scuola, Cosimo Scarinzi dicendosi pronto a "dimostrare l'inconsistenza della contestazione di addebito mossa alla maestra". Un caso di "democrazia autoritaria", secondo Scarinzi, che definisce il licenziamento "una sanzione sproporzionata".
Secondo il Cub "ingiustizia è fatta" e "il licenziamento appare una sanzione sproporzionata". E promette: "Continueremo a garantire la piena difesa di Lavinia Cassaro sia in sede legale che mediante l'azione sindacale".