di Giovanni Rossi
Il Mediterraneo rovente consegna all’Italia nuovi sbarchi di migranti. Uomini, donne, bambini. Arrivati su piccoli natanti, prelevati da gommoni, salvati in mare aperto da militari italiani e ong. Un’accelerazione vorticosa che produce numeri impressionanti. Dopo 24 ore di partenze dalla Tunisia e dalla Libia, oltre 1.200 nuovi migranti (670 sbarcati a Messina e 535 a Lampedusa) assiepano i centri d’accoglienza di Lampedusa, Messina, Catania, Portopalo, Crotone, sovraffollati e con temperature estreme, mentre altri 623 salvati dalla Ocean Viking e Sea Watch attendono porti sicuri in via di individuazione. La macchina dell’accoglienza moltiplica gli sforzi, ma l’emergenza è già nei fatti. E i cinque cadaveri in attesa di identificazione all’obitorio del Policlinico di Messina – con le cause del decesso ancora da accertare – testimoniano un livello di rischio in ascesa. Favorevoli condizioni meteo (mare piatto, tempo stupendo) ed elezioni alle porte (con slogan sovranisti già nell’aria) spingono scafisti e disperati alla sfida. "Il 25 settembre gli italiani potranno finalmente scegliere di cambiare: tornano sicurezza, coraggio e controllo dei confini", tuona il leader leghista Matteo Salvini.
La cronaca spiccia offre un necessario bagno di realtà. La legge del mare – con i suoi obblighi di soccorso – agevola i protagonisti di rotte audaci e differenziate. Illuminante il caso di Lampedusa: una raffica di 15 mini sbarchi e 26 arrivi in 24 ore per un totale di 535 migranti (dopo i 350 del giorno precedente). Il primo mini sbarco avviene a Cala Pisana con 4 tunisini su un gommone di due metri. Poco dopo la Guardia di finanza avvista e soccorre a mezzo miglio dalla costa dell’isola un barcone di 13 metri con 123 pakistani, bengalesi, egiziani e sudanesi partito da Zawija (Libia). La stessa motovedetta, prima di rientrare in porto, vede un barcone di 6 metri, partito da Zarzis (Tunisia), con a bordo 14 tunisini. Altro intervento. Poi a 4 miglia da Capo Ponente appare un natante con 33 siriani ed egiziani. E così via, h 24, senza soluzione di continuità. Per tutti (tunisini, egiziani, siriani, afghani, pakistani, sudanesi, etiopi, somali, nigeriani, senegalesi ed eritrei) scattano visite mediche, identificazione e trasferimento all’hot spot di Contrada Imbriacola con quasi 1.300 ospiti a fronte di una capienza di 350. Per salvare l’agibilità, in 123 vengono trasferiti a Porto Empedocle nella notte via traghetto.
Sono quasi tutti in buona condizione, dopo lo sbarco a Messina, i 674 migranti di varie nazionalità soccorsi in area Sar italiana a 124 miglia dalle nostre coste, in un peschereccio alla deriva partito dalla Libia. Drammatiche le fasi del salvataggio, con uomini e donne finiti in acqua e recuperati. Ora serve un porto sicuro per i 428 migranti salvati in cinque distinte operazioni al largo della Libia dalla tedesca Sea Watch 3. Una donna incinta di 9 mesi col marito e un paziente con gravi ustioni sono prelevati e trasportati a Lampedusa. Chiede un approdo veloce anche la motonave Ocean Viking di Sos Méditerranée, con 195 migranti a bordo, dopo aver soccorso un gommone in acque internazionali con 87 uomini e donne senza giubbotto di salvataggio, 58 dei quali minori non accompagnati. Una barca di ragazzi.