Venerdì 26 Aprile 2024

La vittoria di Macron salva l’Europa "Risponderò alla rabbia del Paese"

Sconfitta la Le Pen. Il presidente ammette: "So che molti hanno votato per me solo per fermare lei"

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di Giovanni Serafini

Un boato incontenibile di gioia, un frenetico sventolare di bandiere francesi ed europee, molti abbracci e lacrime di emozione fra i militanti della République en Marche riuniti ieri sera nel Campo di Marte, davanti alla Tour Eiffel. La risposta delle urne è stata netta: 58% per Emmanuel Macron, 42% per Marine Le Pen. Un successo personale indiscutibile per il presidente uscente che per altri 5 anni governerà la Francia. Ma al tempo stesso un risultato più che onorevole per Marine Le Pen, che ha guadagnato nove punti rispetto alle presidenziali del 2017 mentre Macron ne ha persi otto. "Sono pronta a lanciare la battaglia per le legislative", ha dichiarato la Le Pen.

Il momento clou della serata è stato quello dell’arrivo di Macron al Campo di Marte accompagnato dall’Inno alla gioia (l’inno europeo), nella sontuosa messinscena della Tour Eiffel. Il presidente si è diretto a piedi, verso il palco, tenendo per mano la moglie Brigitte, per pronunciare il suo discorso. "Merci", ha esordito con voce commossa: "Vogliamo un’Europa e una Francia più forte, una grande nazione ecologica. Dobbiamo rispondere alla rabbia del Paese. Molti hanno votato me per sbarrare la strada all’estrema destra: io so quel che vi devo! Ma a partire da adesso non sono più il candidato, ma il presidente di tutte e di tutti" ha concluso mentre partivano le note della Marsigliese. La Francia e l’Europa tirano un grande respiro di sollievo: l’ipotesi di un’uscita di Parigi dall’Ue resa credibile dalla foga di Marine e dall’avanzata del Rassemblement National, è ormai cancellata.

Macron avrà molti problemi con le prossime legislative di giugno, che verosimilmente non gli offriranno la sicurezza di una maggioranza di governo. Ma intanto il primo ostacolo, un vero macigno, è stato rimosso. Del resto, il dossier Europa ha costituito il pilone più solido del suo successo: impensabile per la maggioranza dei francesi rimettere in discussione la costruzione europea in un momento così drammatico dall’attualità. Macron "chef de guerre" e negoziatore assiduo nel conflitto fra Russia e Ucraina ha dimostrato all’opinione pubblica di possedere una statura internazionale.

Al contrario, le ombre sollevate dai rapporti della Le Pen con Putin e il prestito ottenuto da una banca russa per la sua campagna elettorale le hanno alienato la fiducia di una parte di elettori. Forte nei centri rurali e nei villaggi con poche migliaia di abitanti, la candidata del Rassemblement National è stata snobbata dalle grandi città, prima fra tutte Parigi. "Rispetto la risposta delle urne, ringrazio i milioni di francesi che mi hanno votato e annuncio che continuerò la mia battaglia per la Francia. Non provo rancore nei confronti di chi sperava comparissimo, sono più determinata che mai, condurrò personalmente la battaglia per le legislative di giugno. La partita non è chiusa", ha detto Marine Le Pen rivolgendosi ai militanti riuniti nel Pavillon d’Ermenonville, lussuoso ex chalet di caccia nel cuore del Bois de Boulogne.

L’altro dato importante di questa prova elettorale è il numero altissimo delle astensioni: oltre il 29%, il dato peggiore da due decenni. Il fatto che 13 milioni di francesi abbiano disertato le urne manifestando il loro "né Macron né Le Pen" non è sano per la democrazia. "Questo fossato tra popolo e potere è assurdo", commenta il sociologo Dominique Wolton: "C’è gente sprovveduta che ritiene aggressivo Macron perché siede con le braccia conserte, e gentile invece Marine Le Pen perché sorride e non alza la voce". Nessuna indiscrezione è emersa sulla data d’investitura del Macron-bis: dovrà svolgersi entro il 13 maggio, giorno in cui scade il mandato attuale del Capo dello Stato. Come fecero prima di lui Mitterrand nel 1988 e Chirac nel 2002, Emmanuel Macron procederà al passaggio dei poteri … a se stesso.