Giovedì 25 Aprile 2024

La lunga strada che portò alla Liberazione

Francesco

Ghidetti

Domani si festeggia la Liberazione. In quell’antico 1945 risuonarono queste parole: "In nome del popolo italiano, il Comando di Liberazione nazionale per l’Alta Italia assume tutti i poteri civili e militari". Ecco l’atto di nascita del 25 aprile. Quel giorno e quel mese del 1945 hanno un alto valore simbolico: comincia il cammino dei partiti nell’Assemblea Costituente che porterà al 2 giugno 1946, quando il referendum sancirà che l’Italia è una Repubblica. Ma davvero il 25 aprile è il risultato dell’eroismo dei partigiani e basta? Davvero è il punto d’arrivo di una lotta armata iniziata nel 1943? Vale la pena fare un discorso più ampio. E cioè vedere in questo giorno il punto finale di un processo cominciato decenni prima. Si tratta, insomma di un romanzo a capitoli che possiamo esemplificare con alcune date simbolo.

Come il 1922, con l’inizio del percorso dittatoriale (o totalitario: questione antica) del regime in camicia nera. Oppure come il 1924 (delitto Matteotti) per non parlare del biennio terribile 1925-26, quando entrano in scena le ‘leggi fascistissime’ e viene costruita la terribile macchina repressiva che va sotto il nome di Tribunale Speciale. Poi, il 1936, con la guerra civile spagnola che vede migliaia di combattenti per la libertà accorrere in terra iberica per difendere il legittimo governo repubblicano dal colpo di Stato di Franco. Infine, il 1938 e le leggi razziali e il 1940 con l’entrata in guerra del nostro Paese.

Tanti capitoli, dunque. Di consenso di massa al regime fascista (anche se recenti studi individuano in larghe fette della società una resistenza civile), di sfiducia degli antifascisti, di ritorno alla speranza con la guerra civile spagnola, di orrore per ‘la difesa della razza’, di paura per la guerra. Ecco, il 25 aprile è il punto di arrivo di un lungo cammino. Tra pioggia e vento e tempesta, ma col sole e un cielo blu cobalto che, alla fine, risplendono.