Venerdì 26 Aprile 2024

La leucemia del cantante "Poteva essere salvato" La perizia inguaia il medico

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di Nicola Bianchi

Michele Merlo, 28 anni cantautore ex concorrente di Amici e X Factor, forse poteva essere salvato da una morte improvvisa avvenuta il 6 giugno 2021 a Bologna per una forma fulminante di leucemia. Ciò se fosse stata diagnosticata correttamente quella "botta", quel grosso ematoma alla gamba sinistra mostrato al proprio medico di base e ad altri sanitari. Questa la conclusione dei periti del gip di Vicenza, l’oncologo Valter Bortolussi e il medico legale Antonello Cirnelli, nell’inchiesta (la prima a Bologna fu archiviata) che vede indagato per omicidio colposo proprio il medico di base di Rosà (Vicenza) al quale ’Mike Bird’, nome d’arte, si era rivolto il 26 maggio 2021. Una perizia, in incidente probatorio che sarà discussa il 26 settembre, secondo la quale "se la terapia corretta fosse stata somministrata dal 27-28 maggio", Michele avrebbe avuto "una probabilità di sopravvivenza tra il 79 e l’86%". Il medico gli prescrisse un bendaggio allo zinco per alcuni giorni, il 2 giugno un altro dottore lo visitò al pronto soccorso di Vergato (Bologna) diagnosticandogli una tonsillite. Da quel giorno le condizioni di Michele precipitarono fino alla morte, il 6, all’ospedale Maggiore per una ischemia dovuta alla leucemia promielocitica acuta non diagnosticata in tempo. I periti sottolineano anche l’impossibilità di avere la certezza assoluta che una diagnosi tempestiva lo avrebbe potuto salvare, poiché le cure contro la leucemia "non hanno effetto immediato", e si sarebbero potute verificare emorragie letali. "Non colpevolizziamo il medico di Rosà – dice papà Domenico Merlo – il quale ha sempre riferito che Mike gli disse che l’ematoma se lo era procurato durante un trasloco. È Da sempre il nostro medico di famiglia, è il migliore, anche martedì ero da lui per una visita, ci siamo confrontati più volte. È il sistema sanitario che è sbagliato". Il genitore poi, per la prima volta, parla di una foto che Michele "mi inviò il 7 marzo dove era già presente l’ematoma". Immagine non agli atti ma che, come anticipa l’avvocato Antonio Dal Ben, "potrebbe finirci presto".