Domenica 5 Maggio 2024

Lo storico tempio del cabaret. Crollano le pale del Moulin Rouge. Vip e cancan, un’epopea di 135 anni

L’incidente nella notte, poco dopo gli show. Il proprietario: "Non è un atto doloso". E il night resta aperto

Lo storico tempio del cabaret. Crollano le pale del Moulin Rouge. Vip e cancan, un’epopea di 135 anni

Lo storico tempio del cabaret. Crollano le pale del Moulin Rouge. Vip e cancan, un’epopea di 135 anni

"Non riesco a crederci. Proprio adesso, alla vigilia dei Giochi olimpici che porteranno a Parigi un sacco di turisti! Ma noi non ci fermiamo, faremo lo spettacolo lo stesso, tutte le sere", commenta Jean-Victor Clerico, il proprietario del Moulin Rouge. Era da poco passata l’una di notte, gli spettatori e le ballerine se n’erano andati da poco, quando le gigantesche pale del mulino sono cadute di schianto a terra insieme alle lettere M, O e U della facciata. Vista l’ora non ci sono stati feriti, per fortuna; e secondo i vigili del fuoco non esiste il pericolo di crollo.

"Siamo sicuri che non si tratta di un atto doloso: l’incidente è dovuto evidentemente a un problema tecnico. Ne avremo conferma dopo aver visionato i video delle telecamere situate sul tetto, in funzione 24 ore su 24", aggiunge Clerico. Ristrutturate una ventina di anni fa, le pale di legno e alluminio e il sistema di rotazione vengono controllati ogni due mesi da una ditta specializzata: l’ultima volta è stato il 20 marzo scorso.

Per Parigi è uno choc. "Proviamo tutti una grande emozione, sono immagini dolorose", ha detto la ministra della Cultura Rachida Dati. "Gli amanti di Parigi sono in pena: il Moulin Rouge è celebre in tutto il mondo e noi faremo il possibile affinché le pale tornino al loro posto prima del 26 luglio, giorno di avvio delle Olimpiadi", ha commentato la sindaca Anne Hidalgo. Ieri il marciapiede di Boulevard Clichy su cui si affaccia il teatro, ai piedi di Montmartre, era transennato per evitare assembramenti di curiosi. "Mi fa uno strano effetto: è come vedere la Tour Eiffel decapitata", ha sentenziato una turista americana. "Il Moulin Rouge ha più di un secolo di vita, è normale che abbia qualche problema", ha aggiunto un’altra.

In realtà il mitico locale che è diventato per tutti il tempio del cancan, di anni ne ha ormai 135 (li festeggerà il 6 ottobre prossimo), esattamente come la Tour Eiffel. A parte il crollo delle pale, l’unico grave incidente che segnò la sua storia fu un incendio che nel 1915 lo mise fuori combattimento per 9 anni. Questa volta, invece, l’attività continua: come ogni sera 800 spettatori prenderanno posto per ammirare la bellezza e la destrezza delle 60 Doris Girl, tutte fra 18 e i 30 anni, alte come minimo 1 metro e 75 e provenienti da 14 diversi Paesi.

Il cancan, le piume di struzzo, le spaccate, il rosso e il nero dei manifesti di Toulouse-Lautrec, gli strass, i boa arrotolati, le ciglia finte, le calze a rete con la cucitura, i seni nudi ai quali è vietato drasticamente il bisturi… e lo champagne, tanto champagne, 240mila bottiglie l’anno: è il biglietto da visita di questo night lussuoso e celeberrimo, immortalato dai quadri di Toulouse-Lautrec e dai film di Jean Renoir (French cancan, 1955) e Baz Luhrmann (Moulin Rouge, 2001). Furono due visionari che si chiamavano Oler e Zidler a dar vita ai piedi di Montmartre, nel quartiere più malfamato della città (Pigalle), un cabaret che sarebbe diventato un simbolo. Correva l’anno 1889, la Francia celebrava il centenario della Rivoluzione e annunciava al mondo il suo ingresso nell’era industriale. Il 15 maggio venne inaugurata la Tour Eiffel, il 6 ottobre il Moulin Rouge.

In quello scorcio di fine Ottocento Parigi era la capitale della cultura e del divertimento, una Ville Lumière che ospitava artisti e intellettuali di tutto il mondo. C’erano più di 200 café-concert in cui si esibivano donne nude che offrivano il brivido dello scandalo e del proibito, ma il Moulin Rouge s’impose subito fra tutti, grazie alle straordinarie affiches di Toulouse-Lautrec e all’audacia di ballerine in guerra col pudore. Da allora sono passati tutti di lì, Joséphine Baker e Mistinguett, Ella Fitzgerald e Frank Sinatra, Edith Piaf e Liza Minnelli, Charles Trenet e Charles Aznavour. Perfino la regina Elisabetta d’Inghilterra (fra gli spettatori, of course).