Giovedì 25 Aprile 2024

La Chiesa e i resti dei bimbi indigeni Il monito del Papa: "Fare piena luce"

Choc in Canada per la fossa comune vicino a una ex scuola cattolica. Il premier Trudeau: esigo collaborazione

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di Giampaolo Pioli

OTTAWA (Canada)

Il Canada è sconvolto dal ritrovamento dei resti di 215 bambini di discendenza indigena sepolti senza nome e in fosse comuni nella Kamloops Indian Residential School gestita per decenni dalla Chiesa cattolica canadese. Il Papa non sta in silenzio e nel corso dell’Angelus risponde alle violente critiche del premier Trudeau che minaccia "azioni molto dure" contro i responsabili. "È sconvolgente la scoperta dei resti dei bambini in Canada alunni di quella scuola – leva la sua voce Bergoglio – mi unisco al dolore e al trauma del popolo canadese. Le autorità politiche e religiose devono continuare a collaborare e impegnarsi in un cammino di riconciliazione e guarigione. Questi momenti difficili rappresentano un forte richiamo per tutti noi, per allontanarsi dal modello colonizzatore e anche dalle colonizzazioni ideologiche di oggi e camminare fianco a fianco nel dialogo, nel rispetto reciproco dei valori culturali di tutti i figli e le figlie del Canada".

Il Papa non cerca sconti o scorciatoie per i cardinali e vescovi che hanno gestito e coperto gli orrori compiuti sugli allievi, dal 1890 al 1969, quando oltre 150mila ragazzi indigeni, prevalentemente Inuit e Metis, iscritti in 139 di queste scuole residenziali gestite di fatto dalla Chiesa, furono preda di maltrattamenti e violenze fisiche, se non sessuali, da parte di professori presidi e personale religioso. Il ritrovamento della gigantesca fossa comune nel prato della scuola di Kamloops con 215 scheletri di innocenti rappresenta un nuovo detonatore politico e morale per la Columbia Britannica, con il governo Trudeau che cerca risposte senza più dilazioni .

Il premier canadese è furioso. Era andato in udienza papale nel 2017: nell’occasione chiese scusa a nome del governo per gli abusi sugli studenti messi in atto da presidi e docenti, ma domandò anche l’accesso ai registri delle scuole cattoliche per indagare sulla scomparsa di 4.100 ragazzi che molti ritengono siano morti per maltrattamenti, malattie e malnutrizione proprio all’interno degli istituti residenziali, considerati veri e propri collegi prigione costruiti per gli indigeni allo scopo di sradicare i bambini e i ragazzi dalle loro culture tradizionali.

Per Trudeau "la Chiesa sta facendo resistenza". Da par suo il Pontefice non sembra voler perdere tempo. Nei giorni scorsi ha incontrato separatamente due cardinali canadesi, Czerny, gesuita sottoosegretario del dicastero sui migranti, e Quellet, prefetto della Congregazione dei vescovi. Al tempo stesso ha nominato l’arcivescovo Ivan Jurkovic, osservatore per la Santa sede a Ginevra, nuovo nunzio apostolico in Canada. Oltre alle migliaia di accuse di pedofilia e molestie con le quali la chiesa sta lottando da decenni, queste 215 quindici fosse comuni di bambini e gli altri 4.100 scomparsi nel 139 scuole residenziali sono un’altra piaga di proporzioni gigatesche che minaccia il costante declino della chiesa cattolica nel mondo. Papa Francesco lo sa e lascia intendere che dovrà essere fatta al più presto chiarezza perché solo in questo modo si potranno ricucire i rapporti di convivenza non solo con gli indigeni canadesi ma anche con tutte le altre famiglie di credenti.