Mercoledì 24 Aprile 2024

La band che venera le Br Perquisite le case dei P38

I quattro componenti del gruppo sono accusati di istigazione a delinquere. Lorenzo, figlio di Marco Biagi: "Indagare anche su chi ospita i loro concerti"

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di Viviana Ponchia

TORINO

Quattro ragazzi con il passamontagna bianco rimasti incastrati nella storia. Una strofa: "Zitto zitto pagami il riscatto, zitto zitto sei su una R4". Non bastava il nome: P38. Si autodefinivano "collettivo musicale artistico insurrezionale e trapper brigatisti". E delle Brigate Rosse portavano sul palco lo spirito e i simboli. Una canzone su tutte, Renault, ispirata all’assassinio di Aldo Moro. E sulla loro pagina Facebook l’illustrazione del ritrovamento del cadavere dello statista democristiano ammazzato nel ’78. Non bello per la figlia del sequestrato, Maria Fida. "Qui non si tratta di libertà di pensiero ma di istigazione al terrorismo – disse in un’Intervista alla Gazzetta di Reggio del 16 maggio –. Mio padre era il contrario di tutto ciò che c’è in quei testi" Non bello nemmeno per Lorenzo Biagi, figlio di Marco, il giuslavorista ucciso dalle Nuove Br a Bologna nel 2002.

Il primo maggio i P38 La Gang si sono esibiti alla Festa dell’Unità Comunista in un circolo Arci, Il Tunnel di Reggio Emilia. La terra di Renato Curcio, Mara Cagol, Alberto Franceschini, Lauro Azzolini, Franco Bonisoli e Prospero Gallinari. Il cuore degli anni di piombo e degli omicidi che sconvolsero l’Italia. Si sciolsero a giugno travolti dalle polemiche dicendo che era stato uno scherzo. Adesso sono indagati per istigazione a delinquere dalla procura di Torino. E Lorenzo Biagi dice "bene", ovviamente. Però aggiunge: "Ma tutti coloro che hanno dato il permesso a questi di cantare invece non sono indagati per niente? Ad esempio il presidente del circolo di che li ha invitati?".

Il presidente del Tunnel era all’epoca Marco Vicini e aveva sdrammatizzato: "Il trap per tradizione tratta tematiche estreme e provocatorie e si ispira solo edonisticamente alla microcriminalità e alle droghe. Loro hanno dato una declinazione altrettanto provocatoria con le Br". La Digos di Reggio Emilia lo aveva messo sotto inchiesta per gli inni al gruppo terroristico di estrema sinistra. Dopo le denunce dei familiari delle vittime a Torino è stata aperta un’inchiesta supportata dagli uffici territoriali di Bologna, Bergamo e Nuoro. E ieri sono scattate le perquisizioni con sequestro di materiale informatico.

P38. Una band giovane nata nel 2020. Anonima. Nomi d’arte Astore, Yung Stalin, Jimmy Pentothal e DimitriContro. Tra marzo e aprile i quattro hanno suonato a Roma, Firenze, Bergamo, Padova e Pescara. Dopo lo show del 22 aprile alla Ex Centrale di Bologna il Comune aveva definito l’episodio "deplorevole e censurabile" e Fratelli d’Italia aveva chiesto la revoca degli spazi. Ma il coperchio era saltato con l’esibizione a Reggio Emilia. Aveva presentato denuncia Bruno D’Alfonso, carabiniere in pensione figlio di Giovanni, ucciso in uno scontro a fuoco dalle Brigate Rosse il 5 giugno 1975 ad Acqui Terme.