Venerdì 26 Aprile 2024

"Io, spia per mantenere la mia famiglia"

L’interrogatorio di Biot, l’ufficiale di Marina in cella per i segreti venduti ai russi: ho quattro figli, una è malata e ha bisogno di cure speciali

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Un traditore "senza scrupoli", di "estrema pericolosità", che ha venduto documenti segreti per trarre profitto. Così l’ordinanza del gip di Roma descrive il capitano di fregata Walter Biot, arrestato la sera di martedì in flagranza subito dopo aver consegnato a un addetto dell’ambasciata russa documenti militari riservati in cambio di cinquemila euro. Un’attività né sporadica, né isolata, sottolinea il giudice.

All’udienza di convalida si è avvalso della facoltà di non rispondere, lasciando al legale Roberto De Vita il compito di riassumere la sua posizione: uno sbaglio commesso "in un momento di profonda crisi, personale, familiare ed economica, anche a causa delle gravi condizioni di salute della figlia". Il difensore ha chiesto gli arresti domiciliari, ma il magistrato – sottolineandone la pericolosità e lo "spessore criminale" – ha detto no: l’uomo resta quindi detenuto a Regina Coeli. Intanto, i due funzionari russi che avevano agganciato l’italiano, Alexey Nemudrov e Dmitri Ostroukhov, si sono imbarcati su un volo per Mosca. Avevano ricevuto il provvedimento di espulsione, salvandosi dall’arresto grazie all’immunità diplomatica. Nella scheda di memoria sequestrata dai carabinieri del Ros che hanno colto in flagrante lo scambio tra Biot e l’addetto russo sono state trovate 181 foto di documenti cartacei classificati. L’ufficiale li fotografava dai monitor dell’ufficio Politica militare e programmazione dello Stato maggiore della Difesa, dove lavorava. Presenti anche 9 documenti classificati come ‘riservatissimì (la classificaha quattro livelli: ‘riservato’, il più basso, ‘riservatissimo’, ‘segreto’ e ‘segretissimo’, il più elevato) e 47 di tipo ‘Nato Secret’. Il gip sottolinea che per il suo ruolo Biot gestiva documenti coperti da segreto preordinati alla sicurezza dello Stato, occupandosi, tra l’altro, della proiezione degli assetti italiani della Difesa in teatri operativi esteri e anche di operazioni Nato, Ue e Onu. Nell’ordinanza vengono evidenziate le "accurate modalità nell’agire" dell’ufficiale, che prendeva una serie di precauzioni per non destare sospetti, come, ad esempio, "l’inserimento della scheda Sd all’interno del bugiardino dei medicinali così come il fatto che dai telefoni in suo possesso non emergono appuntamenti o contatti con l’agente russo".

Per il giudice sono "elementi sintomatici dello spessore criminale dell’indagato che non si è posto alcuno scrupolo nel tradire la fiducia dell’istituzione di appartenenza al solo fine di conseguire profitti di natura economica". Il modo di agire, secondo il gip, "mostra l’estrema pericolosità del soggetto stante la professionalità dimostrata, desumibile dai parecchi strumenti utilizzati (4 smartphone) e dagli accorgimenti adottati".

red. int.