Venerdì 26 Aprile 2024

Invicta batte Harry: salta il marchio del Principe

Non potrà registrare il brand Invictus. Il tribunale di Londra: troppa confusione col logo dell’azienda torinese degli zainetti cult

ROMA

L’Invicta batte il principe Harry in una battaglia legale a colpi di brand. Un tribunale di Londra ha sentenziato che il duca di Sussex non può registrare il marchio Invictus, legato all’associazione da lui creata nel 2014 per promuovere una competizione sportiva annuale rivolta a veterani con disabilità.

Il motivo addotto dal Trademark Tribunal della capitale britannica – il verdetto risale allo scorso mese, ma è stato reso noto solo in questi giorni – è che la registrazione avrebbe generato confusione tra il pubblico internazionale ormai abituato a collegare la parola Invicta al brand italiano, produttore degli zainetti simbolo degli anni ’80 e ’90. Il marchio di Harry avrebbe dovuto griffare sia capi di abbigliamento, sia zaini. Troppo simili, per i giudici, alcune lettere del logo Invictus a quelle del brand che ha contraddistinto il fenomeno dei Paninari, portato alla ribalta sul palco del Drive in dal comico Enzo Braschi. Per l’azienda torinese non è solo una vittoria morale, è anche pecuniaria: l’associazione benefica del nipote della regina Elisabetta II dovrà versarle 1.600 sterline.

A nulla è valsa la strategia difensiva di Andrew Lomas, rappresentante del principe in udienza, che ha sostenuto come il nome Invictus "sia sinonimo di regalità" e che "tale è la fama e la reputazione del principe Harry, duca di Sussex, al punto che concettualmente la parola Invictus da ora in avanti riporterà automaticamente al concetto di beneficenza, ai reali eo ai militari feriti e malati".

Per Harry quella con l’azienda torinese – per la verità il brand è diventato italiano solo dal 1926 in quanto nacque nel 1906 proprio nel Regno Unito – non è la prima sconfitta sul fronte della registrazione di un marchio. Era il 2020 e, poco dopo il suo addio alla famiglia reale, lui e la moglie Meghan erano stati costretti a rinunciare a Sussex Royal come nome per il loro brand.

Marchi a parte, questo non è un periodo particolarmente idilliaco per il secondogenito dell’erede al trono Carlo e della compianta Lady Diana. Qualche giorno fa Harry, con al fianco la consorte e i due figli piccoli, ha preso parte alle cerimonie per il Giubileo di platino di Elisabetta II. Ma si è dovuto accontentare di restare nelle retrovie e ha dovuto incassare uno scarsissimo ritorno in termini di attenzione mediatica e social.

Marco Principini