Mercoledì 24 Aprile 2024

Inseguendo la Thatcher L’ultra conservatrice e la sfida di governo Truss: taglierò le tasse

Ex ministra degli Esteri, che osteggiava la Brexit, succede a Johnson. È la terza premier donna nella storia del Regno Unito. Oggi riceverà l’incarico dalla regina Elisabetta in Scozia

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di Deborah Bonetti

La 47enne Liz Truss – figlia di un prof di matematica e di un’infermiera che votano Labour – è stata eletta ieri come nuovo primo ministro britannico, dopo settimane di campagna elettorale rivolta esclusivamente ai membri del partito conservatore (circa 170mila), gli unici in grado di votare. Sposata con due figlie (di 16 e 17 anni), una breve carriera da contabile, sostenitrice del ’Remain’ poi diventata una ’Brexiter’ intransigente, la Truss è la terza donna Tory a essere eletta premier negli ultimi 40 anni, dopo Margaret Thatcher (1979-1990) – la lady di ferro a cui la Truss si ispira – e Theresa May (2016-2019), nota con sarcasmo come ‘la ballerina’. Eppure nessun conservatore è stato mai eletto con così poco margine di gradimento – appena il 57% di preferenze per Liz contro il 42% andate al suo rivale Rishi Sunak, l’ex cancelliere dato come perdente da settimane. Con un margine così smilzo, l’ex ministra degli Esteri, Truss, la nuova Iron Lady, dovrà forse ricalibrare il suo gabinetto per accogliere tutte le fazioni tory, invece che creare una copia del gabinetto Johnson, fatto esclusivamente di ’yes men’.

La neo premier, che in gioventù votava liberal democratico e voleva abolire la monarchia, ha accettato la nomina ieri alle 12.30 locali in una sala zeppa di fedelissimi e ha ringraziato subito "il mio amico Boris", tanto per ricordare da che parte stava. Liz ha poi accennato alle sue priorità a partire da oggi, quando si installerà a Downing Street dopo l’incontro (inedito) con la regina a Balmoral, in Scozia. La 96enne sovrana, in condizioni di salute "fragili", ha infatti messo in chiaro che non sarebbe tornata a Londra semplicemente per congedare Boris Johnson e appuntare la Truss, e quindi ambedue i premier (uscente ed entrante) oggi dovranno sciropparsi gli oltre ottocento chilometri che separano la capitale dalla contea dell’Aberdeenshire, dove si trova Elisabetta II nel suo amato castello.

Ieri, la Truss (parlamentare dal 2010) ha annunciato di voler subito tagliare le tasse per far crescere l’economia (cosa che ha suscitato i più caldi applausi), di voler affrontare la crisi energetica promettendo aiuti immediati e – probabilmente – l’abolizione della tassa verde (dopotutto la Truss ha lavorato alla Shell per anni), e ha ripetuto il proprio fermo supporto all’Ucraina.

Una menzione vaga l’ha avuta anche la sanità, e la nuova premier ha concluso con: "Governerò come una conservatrice", facendo presagire uno dei governi più di destra che la Gran Bretagna abbia mai visto, con Stato minimo, tagli al welfare e atteggiamento intransigente con Cina, Russia e anche Ue. L’ambizione che l’ha lanciata fino all’incarico più importante del Paese, e che i suoi critici dicono nasconda "poca sostanza", inizialmente ha fatto sì che la Truss fosse snobbata dai parlamentari del partito (erano quasi tutti pro Sunak). Ma alla base piace tanto e pian piano i colleghi sono dovuti saltare sul carro della vincitrice.

La Truss ieri ha chiesto tempo, chiarendo di non aver alcuna tentazione di andare a elezioni anticipate (come fece disastrosamente la May nel 2017), anche perché diversi sondaggi mostrano che meno di un quinto della popolazione si è detto contento della sua elezione. Il 52% dei britannici prevede persino che sarà una leader "cattiva o pessima". Se si andasse alle elezioni domani sarebbero i laburisti a trionfare, e Liz dovrà tirare fuori le grinfie per combattere contro l’inflazione alle stelle, lo spettro della recessione, il caro vita e l’annunciato ritorno del Covid, per poter sperare di essere rieletta nel 2024. Monocorde come sempre, nel suo abito blu ton sur ton con i colori dei vessilli Tory, Truss si è intanto annunciata ribadendo le parole d’ordine di una piattaforma "coraggiosa", da "vera conservatrice". Fatta di richiami al mito della lady di ferro Margaret Thatcher e d’impegno a una sostanziale continuità programmatica rispetto a "Boris".