Sabato 27 Aprile 2024

Insegnante insulta la polizia a Torino: "Dovete morire". Avviato procedimento disciplinare

Grida contro le forze dell'ordine al corteo. Renzi: "Va licenziata"

Scontri a Torino, l'insegnante grida contro la polizia (Ansa)

Scontri a Torino, l'insegnante grida contro la polizia (Ansa)

Roma, 28 febbraio 2018 - Urla e insulti alle forze dell'ordine durante gli scontri a Torino. Non da un manifestante qualunque ma da un'insegnante che, in prima fila al corteo di giovedì scorso, grida contro la polizia: "Vigliacchi, mi fate schifo, dovete morire", e ancora: "Senza manganelli, quando volete fascisti". La scena è stata ripresa dalle telecamere dei giornalisti presenti alla manifestazione e ora l'ufficio scolastico regionale del Piemonte ha avviato un procedimento disciplinare nei confronti della docente. Lo ha annunciato il ministro Valeria Fedeli. "È inaccettabile ascoltare dalla voce di una docente parole di odio e di violenza contro le Forze dell'Ordine", ha detto. "Il Miur, appena avuta segnalazione di quanto avvenuto, è intervenuto attraverso l'Ufficio scolastico regionale del Piemonte, che dopo aver svolto i necessari approfondimenti, mi ha informato che in data odierna è stato avviato un procedimento disciplinare".

Il video è stato mostrato durante il programma Matrix di Canale 5 al segretario del Pd Matteo Renzi, che in studio ha commentato: "Un'insegnante che incita la morte contro i poliziotti andrebbe licenziata subito". Concetto ribadito oggi sul suo profilo FacebookPenso che questa donna non abbia diritto di stare in classe come insegnante in una scuola pubblica del nostro Paese - scrive Renzi sul social network -. Penso che andrebbe licenziata immediatamente".

La donna, residente a Torino, frequenta gli ambienti antagonisti della città. Il segretario generale del sindacato di polizia Siulp, Felice Romano, ha parlato di un fatto "grave e intollerabile", tanto più che, nel servizio di Matrix la donna veine intervistata in un secondo momento e rivendica di fronte alle telecamere la legittimità del suo gesto.