Giovedì 25 Aprile 2024

Indagato Galli, virologo star "Favoriva i suoi candidati"

Il guru della battaglia al Covid è accusato anche di associazione a delinquere. La difesa: "Sono tranquillo, nelle contestazioni non ci vedo niente di particolare"

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di Simona Ballatore e Giulia Bonezzi

Il più noto tra gli indagati nell’inchiesta milanese sui concorsi "medaglione" all’università è Massimo Galli, ordinario alla Statale e primario di Malattie infettive 3 all’ospedale Luigi Sacco, a un passo dalla pensione (ci va a novembre, a luglio ha compiuto 70 anni). Una fama guadagnata e spesa nell’ambito scientifico fino a febbraio 2020: l’impegno contro l’Aids dagli anni ’80 non gli valse la ribalta sulla quale è salito con la pandemia da Covid-19. Tra i virologi laureati star dalla tivù, Galli si distingue per numero di presenze. Infaticabile, implacabile con chi sottovaluta il virus (e perciò celebrato da numerosi meme), non si sottrae a scontri social-mediatici (epici quelli con l’anestesista Alberto Zangrillo) e altre rogne portate dall’eccessiva notorietà, senza scomporsi neanche quando il suo ospedale, a febbraio 2021, smentisce una sua dichiarazione ("Ho il reparto invaso di varianti"). Il Sacco aveva anche smentito, nel 2020, d’esser coinvolto nello screening sierologico che Galli condusse con la Statale e il Comune sugli autisti dell’azienda trasporti di Milano. Il professore, sostenitore dei test pungidito benché il ministero della Salute non li considerasse attendibili, l’anno scorso veniva sentito dalla procura di Pavia (lo riportò La Provincia Pavese) come esperto nell’inchiesta sul test Diasorin.

Ora invece deve interloquire coi magistrati milanesi da indagato, insieme a 23 colleghi. Prima accusa: "Falsità materiale commessa da pubblico ufficiale", per un prospetto con i punteggi attribuiti ai candidati non predisposto "collegialmente" dalla commissione il 14 febbraio 2020, ma "concordato successivamente" con Agostino Riva. Insieme al direttore dell’azienda pubblica Fatebenefratelli-Sacco, Alessandro Visconti, e a Manuela Nebuloni avrebbe poi "turbato con promesse e collusioni" la selezione per l’assunzione a tempo determinato di quattro biologi e, sempre con Visconti, avrebbe predisposto "un avviso pubblico modellato sulle caratteristiche delle due candidate che intendeva favorire" e deciso la composizione della commissione affinché le privilegiasse. "Circostanza che non si è verificata perché osteggiata da Maria Rita Gismondo", si legge tra parentesi negli atti. Altro concorso sotto la lente, quello per l’assunzione di un professore di ruolo di prima fascia "a chiamata", vinto da Gianguglielmo Zehender: Galli e un altro docente avrebbero "allontanato" potenziali candidati, "predisponendo un bando che potesse esaltarne il curriculum". "Seguiamo con sconcerto e sgomento profondi quanto sta accadendo – fa sapere il rettore della Statale Elio Franzini, pur rinnovando la fiducia ai ricercatori –. Si tratta di ipotesi per ora, ma di una gravità senza precedenti per noi".

In serata ha parlato anche Galli (su Rai3): "Francamente sono tranquillo, non vedo niente di particolare in quello che mi viene contestato". E ancora: "L’Italia non è un Paese meritocratico? Credo in tutta la mia vita di aver applicato questi criteri, forse anche questo diventa scomodo".