Mercoledì 24 Aprile 2024

Incendi in Calabria: "Mio padre? Si può definire vittima di un omicidio"

Uno dei tre figli di Mario Zavaglia, ucciso nel rogo di Grotteria, nell'Aspromonte devastato dal fuoco: "Non mi vengano a dire che sono fiamme accidentali. Ho 51 anni, mai visto una cosa così"

Incendi in Calabria, lutto cittadino per le vittime

Incendi in Calabria, lutto cittadino per le vittime

Grotteria (Reggio Calabria), 13 agosto 2021 - I vescovi della Calabria hanno scomunicato gli incendiari. Hanno scritto: sono assassini. "Mio padre si è trovato nel punto sbagliato al momento sbagliato. È rimasto vittima di un omicidio,  preterintenzionale o colposo, lo definirei così. Non mi vengano a dire che questi incendi sono accidentali, non mi parlino di sigarette... Sono roghi dolosi. Ho 51 anni, d’estate sono sempre in Calabria, mai visto niente del genere". Roberto Zavaglia ha un dolore composto. Nel rogo di Grotteria mercoledì – il giorno dei tre morti sul fronte delle fiamme – ha perso il papà Mario, 77 anni. Una delle due vittime calabresi. Tradito dall’amore per la sua terra. L’avevano incontrato di prima mattina, mentre s’incamminava verso la casetta tra i boschi dell'Aspromonte, in questi giorni devastati dal fuoco. Lì aveva l’orto, le piante da frutto, qualche gallina e i gatti. "Siamo due fratelli e una sorella, l’ha trovato Alessandro, allarmato perché non rispondeva al telefono. Dopo pochi minuti sono arrivato anch’io". Il funerale domani. Il sindaco Vincenzo Loiero ha proclamato il lutto cittadino.  "Mio padre è nato a Grotteria ma era residente in provincia di Milano – racconta  Roberto –. Da quando è andato in pensione, il suo mondo era la campagna". A un certo punto, ne parla al presente: "Preferisce passare più tempo qui, almeno sei mesi all’anno". Mario Zavaglia  si era trasferito molto giovane al nord. Prima muratore, poi camionista, anche autista di gru. Una vita di fatica. "Quando è arrivato mio fratello  il fuoco era spento – riprende il figlio –. Era già incosciente. Hanno provato le manovre di rianimazione, non sono servite. Probabilmente è morto intossicato, ma ha avuto ustioni sul 90% del corpo. Un rogo devastante. È crollato anche il tetto della casetta, papà è rimasto sotto i calcinacci". Una giornata infernale. "Gli incendi in Calabria tra giugno e settembre ci sono sempre stati, ma come quest’anno mai visti – riflette –. Se papà è arrivato fin lì, vuol dire che il fuoco non c'era ancora. Poi il vento ha cambiato direzione, è diventato molto più forte. Una giornata infernale, con ordine di evacuazione, il paese era circondato dai roghi. Il problema è anche che non ci sono mezzi di soccorso a sufficienza, e poi i canadair non sono abilitati ai voli notturni. Insisto, questi eventi non sono accidentali. E se dai fuoco senza curarti di chi c'è, commetti un omicidio".