Mercoledì 30 Luglio 2025
MONICA RASCHI
Cronaca

L’ipertensione nei bambini: "C’è un aumento dei casi. Al Sant’Orsola 300 in cura"

All’ospedale bolognese screening sui più piccoli: obesità fra le cause. Il professor Borghi: "Percorso innovativo, siamo fra i primi in Italia"

Claudio Borghi, direttore del Dipartimento Malattie cardio-toraco-vascolare

Claudio Borghi, direttore del Dipartimento Malattie cardio-toraco-vascolare

Bologna, 14 luglio 2025 – Anche i bambini possono soffrire di pressione alta, situazione che, progressivamente, li può esporre a gravi rischi: quelli già in cura al Policlinico Sant’Orsola sono oltre 300.

Considerato che questa patologia, negli ultimi anni, nei bambini è aumentata in modo significativo e ne colpisce almeno quattro su cento, Sant’Orsola e Azienda Usl di Bologna hanno messo a punto un percorso diagnostico per individuare il prima possibile l’ipertensione infantile. Tra le novità c’è l’avvio delle attività di screening fin dai primi anni di vita, in modo da adottare fin da subito le strategie terapeutiche più efficaci al fine di riportare i valori della pressione arteriosa sotto controllo ed evitare la cronicità una volta cresciuti.

Infatti, i bambini con ipertensione rischiano di mantenere questa condizione fino all’età adulta e, di conseguenza, di andare incontro a danni a organi vitali (nella maggior parte dei casi, a carico del cuore).

"È un risultato che ci rende orgogliosi, nonché uno dei primi percorsi strutturati di questo tipo in Italia – dichiara il professor Claudio Borghi, direttore del Dipartimento Malattie cardio-toraco-vascolare del Sant’Orsola –. Si tratta di una strategia di prevenzione avanzata e innovativa: prima si comincia ad attenzionare e ad agire su questa problematica, più margini si hanno a disposizione per modificarne la traiettoria. Questo percorso permetterà di mettere in campo un processo virtuoso, frutto della collaborazione tra diverse aziende del territorio".

"Fino a oggi la misurazione della pressione arteriosa è stata prestazione di routine soprattutto nei bambini più grandi, dai quattro-cinque anni in su – spiega Valeria Scialpi, pediatra di libera scelta (che ha partecipato alla stesura del percorso diagnostico) –. Uno dei grandi meriti di questo percorso è l’attenzione che viene posta anche prima di questa età".

Causa principale dell’ipertensione in età pediatrica è il sovrappeso, l’obesità, in particolare. "Si cerca di agire anzitutto sullo stile di vita, incrementando l’attività fisica aerobica e impostando una dieta corretta a basso contenuto di sale – spiega Marianna Fabi, responsabile clinico del percorso diagnostico per il Policlinico –. L’ipertensione si associa spesso ad una condizione di obesità: è questo il motivo per cui si pone tanta attenzione alle abitudini alimentari. Dopodiché, se l’intervento comportamentale non si rivela sufficiente, impostiamo una terapia a base di farmaci anti-ipertensivi".

I sintomi ai quali i genitori devono prestare attenzione, sebbene l’ipertensione arteriosa in età pediatrica non si manifesti, generalmente, con sintomi evidenti, sono i mal di testa forti e frequenti, la vista offuscata, le vertigini, la perdita di sangue dal naso ripetuta e non legata a traumi. In presenza di questi sintomi, è consigliabile rivolgersi al pediatra, al medico di medicina generale o al Pronto soccorso pediatrico.

Da tempo al Sant’Orsola è attivo un ambulatorio di ipertensione arteriosa pediatrica, gestito in collaborazione con la Cardiologia pediatrica e dell’età evolutiva (diretta da Andrea Donti) e dalla Clinica Pediatrica del professor Marcello Lanari. La struttura, dove già vengono seguiti gli oltre 300 pazienti ed effettua una ventina di nuove diagnosi ogni anno, prenderà quindi in carico i bambini per identificare la causa dell’ipertensione e definire la prosecuzione dell’iter diagnostico-terapeutico.