Venerdì 26 Aprile 2024

Il terzo polo Calenda provoca il Pd "Tornerete col M5s" E vuole il Draghi bis

Oggi le liste. Sul rapporto con Renzi: tosto, come serve all’Italia "Per Cottarelli, Bonino e Bentivoglio le porte sono sempre aperte"

In teoria, doveva solo presentare il programma elettorale, il Terzo Polo (Azione-Iv) e la cosa c’è pure stata. Ma è la photo opportunity a dire tutto, quella scattata ieri nella sala Nassyria del Senato. In mezzo c’è lui, il leader, Calenda, in giacca e cravatta old style. Attorno, tutte e solo donne. Presenti, di maschietti, solo uno, Luigi Marattin. Presiede la commissione Finanze alla Camera, è la mente economica di Iv, e ha scritto il programma testé sfornato da Calenda. Completo blu, autoironico ("sono qui in quota azzurra"), sarà, di certo, capolista bloccato nel suo Veneto. Poi, appunto, quattro donne. Le due ministre, ex di Forza Italia, Mara Carfagna (Sud e Coesione, in total black), forte in Campania, e Mariastella Gelmini (Autonomie regionali, in rosa choc), in Lombardia. Le quali, definirle calendiane è troppo. Sono autonome e pensano molto per sé. Avranno, non a caso, posti da capolista bloccati in più listini proporzionali, così passa la paura. Poi c’è la ministra di Iv, Elena Bonetti (alla Famiglia, toscana, cattolica, in total white): verrà candidata in Toscana, sempre come capolista, e porterà in dote molti voti del mondo cattolico. E la capogruppo, sempre di Iv, Maria Elena Boschi (aretina, bellissima come sempre, pure lei di bianco vestita), che di voti suoi ne ha pochi, ma è uno dei volti di Renzi e sarà pluri-candidata.

Nella partita interna, ed esterna, finisce 2 a 1 per Iv contro Azione più le due esterne, ali tornanti. In compenso, né alla conferenza stampa né in foto, è presente il leader di Iv, Matteo Renzi. Ha pensato bene di lasciare il proscenio a Calenda e di occuparsi d’altro, cioè le liste elettorali. Un difficile gioco a incastro, a maggior ragione, per un partito che – al netto delle spacconate ("Puntiamo al 10%") – veleggia, nei sondaggi, intorno al 5,1%-5.3%. Ergo, comporre le liste – il che, nel Terzo Polo, si fa in segreto impenetrabile – non è un gioco né facile né semplice. Si dice, per dire, che – al netto delle quote già prestabilite (un salomonico 50% ad Azione e 50% Iv) – Iv abbia già messo in campo, sui territori, dei veri e propri procacciatori di voti che, nelle regioni dove sono attesi i risultati migliori, porterebbero acqua ai candidati renziani e non ai calendiani.

In ogni caso, a Calenda, tocca specificare, sul ‘grande assente’ (Renzi) di cui tutti gli chiedono, che "Oggi non c’è, ma non è tattica, faremo una grande iniziativa assieme a Milano", a settembre. Il rapporto tra di loro lo definisce "molto difficile, a partire dal Conte II". Anche al governo "non c’è stato un giorno in cui non abbiamo litigato", dice, ma riconosce a Renzi "grande generosità per aver fatto un passo di lato" e in quel legame fatto di ripetuti scontri vede persino un metodo di lavoro: "una roba tosta, non la retorica dei mollacchioni". Detto che, per Calenda, "il premier migliore è Draghi" e che "l’obiettivo è l’agenda Draghi", il suo programma, di fatto, già si conosceva: si va dal nucleare all’elezione diretta del premier, sotto le mentite spoglie del "sindaco d’Italia", dal taglio del reddito di cittadinanza all’abolizione dell’appello per le sentenze di assoluzione, dalle politiche familiari ai rigassificatori e inceneritori. E in serata aggiunge: "Io con la destra sovranista non ci posso fare un’alleanza, perché non appartiene alla mia cultura politica, che è ben definita. Non ho mai detto ‘mai con la sinistra’. Sono per la maggioranza Ursula da 300 anni, se c’è da lavorare col Pd…".

Anche se al momento i rapporti coi dem sono quelli tra nemici: "Il Pd – aveva detto durante la presentazione del programma – tornerà, cinque minuti dopo le elezioni dai 5S, basta leggere Orlando e Bettini". Ma Calenda salva, tra i candidati dem, "persone come Cottarelli, Bonino e Bentivogli" a cui dice: "le porte continuano a essere aperte". Lui ripropone la sfida romana: si candiderà nel collegio Roma 1, dove sfiderà la sua ex sodale, Emma Bonino. Uno scontro che si preannuncia già al fulmicotone. Sempre che, anche lì, non vinca il centrodestra…

Ettore Maria Colombo