Giovedì 25 Aprile 2024

Il re degli antivirus suicida in cella Madrid aveva dato l’ok all’estradizione

Era accusato di aver nascosto 23 milioni di dollari . Negli Stati Uniti rischiava. una condanna a 30 anni

BARCELLONA

Il fondatore dell’antivirus McAfee per computer, John McAfee, è stato trovato morto nella cella di un carcere di Barcellona in cui era detenuto. La notizia è stata rilanciata ieri sera dal quotidiano spagnolo El País seguito da altri media iberici, che hanno citato fonti penitenziarie. Stando alle prime ipotesi, l’imprenditore si sarebbe tolto la vita. McAfee, 75 anni, era stato arrestato all’aeroporto di Barcellona lo scorso ottobre, in quanto ricercato dalle autorità degli Stati Uniti come presunto evasore fiscale. Proprio ieri il tribunale spagnolo dell’Audiencia Nacional ha dato l’ok all’estradizione negli Stati Uniti. La decisione del Tribunale poteva comunque essere appellata e in ogni caso l’ultima parola prima dell’estradizione, spettava al governo iberico. Negli Stati Uniti avrebbe rischiato una condanna a 30 anni di carcere.

L’accusa mossa dalla giustizia americana è di aver evaso il fisco fra il 2014 e il 2018 nonostante guadagni milionari. McAfee era noto per il suo stile di vita estremo e segnato dagli abusi di alcol e droga. Nel 1986 il colpo di genio che gli cambiò la vita: con una laurea in matematica, viene a conoscenza di Brain, il primo virus informatico nella storia dei sistemi Ms-Dos. Da lì ha l’idea di creare un software di sicurezza: fonda allora la McAfee Associates, i cui antivirus riscuotono un enorme successo.

Nel 1992 l’azienda arriva ad essere quotata in Borsa per un valore di 80 milioni di dollari. Nell’autunno scorso il programmatore era stato fermato mentre si stava imbarcando per Istanbul, in possesso di un passaporto britannico. Era finito nel mirino del fisco con l’accusa di non aver dichiarato i redditi provenienti dalla promozione di criptovalute e ottenuti grazie alle vendita dei diritti sulla storia della sua vita per un documentario. Il periodo durante il quale non sarebbero stati versati i contributi, è compreso tra il 2014 e il 2018. L’incriminazione era stata depositata pochi giorni dopo la causa civile avviata contro il programmato dalla Sec, l’autorità di borsa Usa, secondo la quale McAfee aveva nascosto all’erario 23,1 milioni di dollari guadagnati con consulenze fraudolente nell’ambito dello scambio di criptovalute.