Mercoledì 24 Aprile 2024

Il prof Conte: ho difeso il primato della politica

L’ex premier torna all’Università di Firenze con una lectio magistralis. E racconta un anno vissuto sull’orlo di una crisi da pandemia

Giuseppe Conte con il rettore Luigi Dei

Giuseppe Conte con il rettore Luigi Dei

Firenze, 27 febbraio 2021 - Al termine dell’ora di lezione del professor Giuseppe Conte, docente di diritto privato alla Scuola di Giurisprudenza, al rientro all’Università di Firenze, il rettore Luigi Dei si raccomanda agli studenti: "Vigilare con ragione e spirito critico". L’ex premier, arrivato in auto poco prima delle 15, ha appena terminato i sessanta minuti filati in cui, con due interruzioni per bere un sorso d’acqua, ha raccontato un anno vissuto sull’orlo di una crisi da pandemia. Ad aspettarlo i colleghi e un (piccolo) presidio di protesta.

Una lezione in tre parti in cui ha ricordato i fatti e i provvedimenti assunti, ha sottolineato il rapporto tra politica e scienza e ha esaltato il ruolo dell’Europa contro l’isolamento dei nazionalismi. Un unico filone di ragionamento: la politica deve sempre e comunque avere in mano il primato non per esercizio di potere fine a se stesso, ma come consapevolezza di operare per il bene comune. Il governo Conte bis lo ha fatto? Nelle parole dell’ex primo ministro, invitato dal rettore a una lectio magistralis in streaming per gli studenti di Legge, ma di fatto aperta a tutti via social, non c’è stato durante la ricostruzione cronologica l’accenno a un minimo inciampo nella gestione dell’emergenza Covid, un ricordo a una delle tante polemiche che hanno caratterizzato la gestione della crisi. "Tutela della salute e salvaguardia dell’economia", il titolo scelto per la lezione.

Conte non ha avuto dubbi: la scelta fatta è stata la migliore. Cioè "è ingannevole il dilemma che prefigura un’alternativa tra tutela della salute e tutela dell’economia", "è uno scenario inverosimile e lo abbiamo constatato, era impossibile tutelare economia senza tutelare la salute e i lavoratori". Per cui c’è sempre stata "una valutazione ponderata" sul "bilanciamento dei diritti" in modo "da individuare un punto di equilibrio con il minor sacrificio possibile degli altri diritti rispetto a quello della salute", ha precisato ribadendo "che la tutela della salute ha consentito di difendere meglio il sistema produttivo".

Ha risposto indirettamente a chi durante il lockdown lo ha accusato di scarso dialogo col Parlamento, per non dire assunzione di iper poteri quando ha evidenziato che "non è mai stato alterato il rapporto tra esecutivo e legislativo" e ha concluso dicendo che "la corrispondenza dei poteri esercitati dall’esecutivo rispetto a scopi preventivamente dichiarati e ben individuati ha permesso al nostro sistema democratico di reggere questa dura prova, evitando che lo stato d’emergenza potesse tramutarsi in stato di necessità".

La lezione è servita per ribadire nel rapporto tra amministrazione della cosa pubblica e scienza il primato della politica anche a fronte di chi "mi consigliava di chiudere tutto e di non riaprire". Da Codogno al piano Next generation Ue: la lezione è terminata in un crescendo europeistico con altre frecciate ai politici che si sono trasformati in tifosi della forza e identità continentale: "C’è euforia per le professioni di fede europeista che si sono moltiplicate anche in Italia in queste ultime settimane, tanto più che alcune di queste sono giunte inopinate".