
È un avviso ai naviganti nel burrascoso mare della nuova inchiesta sul delitto di Garlasco quello del procuratore di Pavia,...
È un avviso ai naviganti nel burrascoso mare della nuova inchiesta sul delitto di Garlasco quello del procuratore di Pavia, Fabio Napoleone, che conduce le indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto del 2007. Il magistrato in un comunicato avverte che "ricostruzioni, attività in corso e persino stati d’animo" non possono essere attribuite a lui e ai suoi pm "che aggiornano costantemente il Procuratore sull’accuratezza delle verifiche condotte" e "si esprimeranno ufficialmente solo al termine delle attività, adottando le decisioni necessarie". Altre interpretazioni che non siano del suo ufficio "in assenza di comunicati ufficiali, generano solo confusione, dando vita a discussioni fittizie in cui consulenti, esperti o opinionisti commentano su ipotetiche scelte della Procura basate su congetture".
Non è una congettura, invece, che l’incidente probatorio oltre a riguardare, tra le altre cose, quelle tracce di Dna trovate sulle unghie di Chiara attribuite ad Andrea Sempio, nuovamente indagato dopo due archiviazioni, comprenda ora anche "la ricerca e l’analisi delle impronte" trovate nella villetta di Garlasco in cui Chiara fu uccisa e per il cui omicidio è già stato condannato a 16 anni l’allora fidanzato Alberto Stasi.
La gip Daniela Garlaschelli ha infatti fissato per il prossimo 23 luglio un’altra udienza alla presenza di pm, legali e consulenti delle parti, che servirà per conferire l’incarico al perito dattiloscopista Domenico Marchigiani per individuare ed eventualmente comparare impronte se verranno trovate sui reperti della spazzatura di 18 anni fa, come confezioni di tè, cereali e yogurt e i fogli di acetato che contengono tracce papillari repertate all’epoca.