Venerdì 26 Aprile 2024

"Il pericolo non sono gli ultrà Temo i grandi partiti di destra"

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di Marcella Cocchi

Luciano Canfora, il noto storico e saggista, è stufo. Chiamato a rispondere se esista il pericolo di un fascismo di ritorno, da un lato è d’accordo con chi intravede il rischio, dall’altro si arrabbia.

Perché, professore?

"Perché il problema di tornare ad atteggiamenti o politiche fascisteggianti

c’è ma riguarda i grandi partiti di destra, non i nostalgici. Basta inseguire Casapound o Forza nuova...".

L’assalto alla Cgil, però, è stato reale.

"Trovo che ci sia stata molta furbizia da parte di questo gruppuscolo che si è staccato dai manifestanti per dare un segnale preciso, ossia che il principale sindacato italiano, a suo dire, non rappresenti davvero i lavoratori".

A Novara abbiamo assistito anche alla scena di No pass vestiti da deportati dei lager, che ne pensa?

"Scene che si commentano da sole. Perfino Giorgia Meloni si indigna per gli atteggiamenti di alcuni iscritti, ma i temi di cui dovremmo preoccuparci sono le politiche tendenti al razzismo, al nazionalismo, all’esclusione dei migranti da parte dei grandi partiti di destra".

Ha visto che la Francia ha dato lo stop ai tifosi laziali per i canti

da camerati?

"Ne ha il diritto, nello specifico a ragione. Ma da che pulpito, considerando che in Francia ci sono ben due formazioni ultranazionaliste e xenofobe: i filo Le Pen e i filo Zemmour".

Non trova che l’Italia possa essere percepita a rischio fascismo di ritorno?

"Da chi? Se si riferisce al “Washington post“ che contesta la sede dell’Eur per il G20 sarebbe meglio che si occupasse dei filonazisti che hanno sostenuto Trump. Tutta Europa non è degna di essere considerata liberale anche solo per il modo disumano in cui tratta i profughi. Detto questo, la percezione dell’Italia risente della sua storia".

Il fascismo come unico male?

"Nel ’33 Churchill disse nell’arringa antisocialista che Mussolini era il più grande statista vivente, in quegli anni le cosiddette democrazie esaltavano il Ventennio perché era lo strumento per bloccare i comunisti. E ora?".

Già, ora? Le riformulo la domanda: si può sostenere che chi canta un coro fascista non sia davvero fascista?

"No, non si può. Giustissima la rinnovata sensibilità nel condannare chi si richiama esplicitamente al fascismo. Però non guardiamo al folklore, ma al rischio partiti estremisti, quello sì reale".