Mercoledì 24 Aprile 2024

Il costituzionalista "Il presidenzialismo? Non è solo di destra"

Michele Ainis: l’hanno vagheggiato anche Calamandrei, Craxi, D’Alema e Renzi "Il punto è il bilanciamento dei poteri. No alla Bicamerale, destinata a fallire"

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di Francesco Ghidetti

"Il dibattito c’è. Bisogna vedere se c’è ancora la politica. Negli ultimi anni ne ho vista poca". Michele Ainis (foto), classe 1955, siciliano, è uno dei massimi costituzionalisti italiani.

Professore, si riparla di presidenzialismo. Non è la prima volta.

"No. E pochi ricordano un particolare, curioso, se non bizzarro: i primi a proporre il presidenzialismo furono i monarchici... Poi divenne la bandiera e la sostanza della battaglia del Msi".

Il presidenzialismo come argomento principe della destra...

(Scuote la testa). "Niente di più sbagliato. Anche a sinistra si è parlato di presidenzialismo. E lo hanno fatto nomi di peso. Penso a Piero Calamandrei. Uno dei padri costituenti, protagonista assoluto della vita politica (e culturale). E non solo lui: Bettino Craxi, Massimo D’Alema, Matteo Renzi. Da questi esempi si vede come l’equazione presidenzialismo uguale destra è sbagliato nella sostanza".

Ma dica la verità: potrebbe essere il presidenzialismo una possibile soluzione ai problemi italiani? Non si stravolge la carta più bella del mondo?

"La soluzione passa dal bilanciamento dei poteri. Con linguaggio metaforico bisognerebbe vedere come viene cucinato il contorno. In Italia troppi poteri sono deboli. È debole il Parlamento. E infatti chi legifera è il governo. Anche la magistratura non sta bene: troppo divisa in correnti e travolta da scandali più o meno gravi. Quindi bisogna riequilibrare i poteri. Se no la Costituzione rischia di peggiorare. Con un presidente che “torreggia“ e ingoia il resto".

Sempre a sinistra per anni si è accarezzato il sistema semi-presidenziale alla francese.

"Il presidente eletto, in questo caso, ha un contropotere nel Parlamento. Che in Francia funziona. E che per funzionare in Italia deve essere uguale. Presidente da una parte, assemblea dall’altra con un evidente bilanciamento. Però, anche in questo caso, c’è da riformare urgentemente il sistema elettorale. Il Rosatellum ha fallito. Ci vorrebbe un doppio turno alla francese. Nella prima tornata l’elettore sceglierebbe il “suo“ partito. Nella seconda la preferenza andrebbe al “meno peggio“".

E una bella Commissione Bicamerale no, eh?

"Ne abbiamo avute tre. Nessuna mi pare abbia portato a qualcosa di concreto. Piuttosto si potrebbe pensare di coinvolgere i cittadini attraverso l’elezione di un’assemblea formata da non parlamentari che elaborino un progetto da sottoporre alle Camere".

E se eleggessimo il presidente del Consiglio anziché il presidente della Repubblica come proposto da Azione e Iv?

"Israele aveva adottato questo sistema abbandonandolo poi perché aveva provocato la frammentazione del sistema politico. Altra cosa il premierato, che funziona assai bene nel Regno Unito".

Fratelli d’Italia darà le carte nelle riforme costituenti?

"I miei maestri mi hanno insegnato che un governo non deve occuparsi di riforme costituzionali. Ma questa è teoria...".

Che non è seguita dalla pratica?

"Come sempre, ahinoi... Negli ultimi anni la politica non ci ha abituati bene, diciamo così".