Domenica 5 Maggio 2024

I ristoratori alla guerra di San Valentino. "Danni milionari, domenica fateci lavorare"

Il cuore della protesta in Toscana, che proprio il 14 rischia di tornare arancione. Il governatore Giani: "Decide il ministero". Ma De Luca in Campania va controcorrente. E chiede a Roma "decisioni efficaci per il contenimento degli assembramenti"

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C’è chi per il prossimo fine settimana invoca le chiusure con misure nazionali di contenimento e prevenzione, chi, invece, sogna la zona gialla e immagina bar e ristoranti aperti, chi si prepara a diventare arancione dopo cinque settimane di giallo. Campania, Sicilia e Toscana sono le protagoniste di questo quadro nel quale, alla luce dei nuovi dati sui contagi da Coronavirus, i colori potrebbero cambiare. A qualcuno in meglio, come spera il governatore della Sicilia Nello Musumeci, a qualcun altro in peggio come ha ammesso il governatore della Toscana Eugenio Giani.

Bollettino Covid del 12 febbraio

Indice Rt aggiornato al 12 febbraio

Zona arancione e rossa: oggi i colori delle regioni

Con il settore ristorazione in ginocchio da un anno per la pandemia, molti avevano riposto non poche aspettative nel weekend di San Valentino, ma in Toscana l’arancione rischia di scattare proprio domenica.

La protesta dei ristoratori parte da qui con una richiesta precisa: se zona arancione deve essere, che lo sia almeno da lunedì. Perché una decisione improvvisa causerebbe danni di milioni di euro. La situazione è pesante: fornitori da pagare, dispense e frigoriferi pieni, personale al completo solo da pochi giorni e che ora rischia di tornare di nuovo a casa. "Da cinque settimane siamo in zona gialla e il numero di contagi è rimasto comunque sotto controllo. Tutte le indagini dimostrano che i ristoranti sono luoghi sicuri: non ci sono prove scientifiche che non lo siano", osserva Pasquale Naccari, portavoce Tni-Tutela Nazionale Imprese e presidente di Ristoratori Toscana. Cita anche i dati di "un’indagine pubblicata da un pool di scienziati in Lombardia" secondo la quale i 34 dei contagi avvengono in casa, il resto a lavoro o in altri luoghi e solo lo 0,8% nei locali". Quindi, conclude, "la chiusura delle nostre attività non è la soluzione ma solo una scorciatoia". Secondo la Fipe Confcommercio Toscana in molti ristoranti c’è il tutto esaurito per San Valentino, "qualcuno ha già fatto gli ordini ai propri fornitori per prepararsi" e quindi "non si possono comunicare decisioni del genere soltanto con 24 o 48 ore di preavviso".

Il governatore Giani però ha lasciato poche speranze sulla possibilità che il fine settimana sia salvo perché "non dipende da noi, tutto viene deciso con un decreto del ministro della Salute in base ai dati che emergeranno venerdì (oggi, ndr) nella cabina di regia". Insomma "il pericolo di andare in fascia arancione è oggettivo". C’è una salita graduale nel numero dei contagi e un leggero aumento dei posti occupati nelle terapie intensive.

E poi c’è chi le chiusure le invoca. È il governatore della Campania Vincenzo De Luca secondo il quale alla vigilia di un fine settimana "nel quale avremo il Carnevale e la festa di San Valentino" e in un Paese "nel quale i livelli di controllo sono ridotti a zero, è indispensabile che vi siano decisioni efficaci di contenimento degli assembramenti da parte del ministero della Salute". Secondo i dati che ieri ha illustrato De Luca, in Campania si prevedono oltre 254.000 casi di Covid al 28 febbraio rispetto ai 223.000 di inizio mese.

Tutta un’altra storia in Sicilia. Il governatore Nello Musumeci, visti "i dati confortanti", si spinge oltre l’introduzione della zona gialla. La proposta è molto concreta: "Sarebbe la prima boccata d’ossigeno dopo mesi di tragico immobilismo. Per questo motivo mi piacerebbe chiedere al governo, solo per questo sabato sera e per la domenica, di posticipare la chiusura dalle 18 alle 22" per bar e ristoranti, conclude Musumeci.