Vivere in una grotta, al buio, sottoterra, per quaranta giorni. Senza orologi, telefoni e social per condividere i momenti online. Solo con beni di prima necessità. E scegliere di farlo per amore della scienza. Quindi no, non si tratta di pura follia e nemmeno di un nuovo tipo di lockdown rafforzato per combattere il Covid-19. È un progetto, "Deep Time", voluto dagli studiosi francesi dello Human Adaption Institute per indagare i particolari effetti della totale perdita della cognizione del tempo sul cervello e sul fisico umano. A fare da "cavie" sono stati quindici volontari, otto uomini e sette donne, tra i 27 e i 50 anni. Sono usciti ieri dalla caverna di Lombrives, sul versante francese dei Pirenei, accolti dagli applausi, dopo una lunga convivenza di sei settimane. E non sembrano nemmeno poi così delusi dall’esperienza vissuta, ma hanno un’aria soddisfatta. Sono solo storditi e affaticati dal vedere la luce del sole tanto che tutti hanno dovuto portare all’uscita dalla grotta gli occhiali con le lenti scure.
Cronaca"I nostri 40 giorni chiusi in una grotta" L’esperimento in Francia