Mercoledì 24 Aprile 2024

"I jihadisti mi hanno minacciato" E Battisti rifiuta il trasferimento

L’ex terrorista dei Pac ha concluso la quarantena ma resta nella cella anti Covid. Ora la decisione al ministero

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COSENZA

Dopo 14 giorni di quarantena anti Covid all’arrivo nel carcere di Rossano, in Calabria, e dopo il tampone cui sarebbe stato sottoposto, con esito negativo, Cesare Battisti resterà ancora nella stessa cella in attesa delle disposizioni del Dap. L’ex capo dei Pac si rifiuta di essere trasferito in quel reparto perché, ha dichiarato anche in un audio registrato dalla famiglia durante un colloquio telefonico, è lì che si trovano i jihadisti da cui sarebbe stato minacciato nel 2004 e nel 2015 per aver espresso pubblicamente le sue idee sui terroristi islamici. Maurizio Campagna, fratello di Andrea, agente della Digos di Milano ucciso dai Pac, commenta: "Questa cosa fa ridere".

L’ex terrorista ha dichiarato che hanno tentato di trasferirlo con i jihadisti e che al suo rifiuto "hanno minacciato di usare la forza". In realtà l’uso della forza non è stato preso in considerazione né minacciato dall’amministrazione del carcere (così come è stato escluso in passato, in modo equilibrato, in situazioni simili). E ciò, nonostante le norme sull’ordinamento penitenziario prevedano che "non è consentito l’impiego della forza fisica nei confronti dei detenuti e degli internati se non sia indispensabile per prevenire o impedire atti di violenza, per impedire tentativi di evasione o per vincere la resistenza, anche passiva, all’esecuzione degli ordini impartiti".

Nel caso di Battisti, dunque, l’uso della forza sarebbe stato legittimo. La conseguenza del rifiuto, come ha fra l’altro affermato lo stesso Battisti, sarà quasi certamente un provvedimento disciplinare. Il problema, però, è che se davvero non potrà essere trasferito nel reparto AS2 per via della presenza dei terroristi islamici, allo stesso tempo non può rimanere dove si trova attualmente, cioè nella cella predisposta per la quarantena anti Covid. Quella cella dovrà per forza essere liberata per far posto ad altri detenuti in arrivo (la lista è lunga), compresi quelli attualmente fuori perché in permesso. Per dirimere la vicenda, dunque, occorrerà attendere le disposizioni del Dap, che dovrà valutare se i timori di Battisti siano fondati.

Se il Dap dovesse ritenere le preoccupazioni di Battisti concrete e circostanziate, non è escluso che l’ex terrorista venga collocato nel reparto alta sicurezza AS3, vale a dire ‘ordinaria’, dove si trovano anche ergastolani condannati per associazione mafiosa. Se, al contrario, il Dap riterrà le preoccupazioni prive di concretezza, Battisti sarà destinato nel reparto di assegnazione AS2. In attesa delle determinazioni del Dap, il detenuto resterà nella cella attuale. Mentre il suo difensore, Gianfranco Sollai, dice no anche al trasferimento con i mafiosi.