Venerdì 26 Aprile 2024

Grattacielo distrutto dal rogo Il giallo della luce staccata

Il custode: "L’inquilino aveva chiuso l’elettricità". Porte deformate, cenere. e detriti: le prime foto

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MILANO

Quando il custode è entrato nell’appartamento al quindicesimo piano della Torre dei Moro alla periferia di Milano, cinque giorni prima del rogo che domenica l’ha devastata, la luce era staccata. Ha alzato le tapparelle e ha innaffiato le piante, poi è uscito senza notare alcuna anomalia. L’elettricità era stata tolta verosimilmente, prima di partire per le vacanze in Sicilia, dal proprietario, che non è ancora rientrato. L’elemento messo a verbale dal custode, ascoltato dagli inquirenti, complica le indagini sulle cause dell’incendio, che inizialmente hanno privilegiato la pista di un cortocircuito o del malfunzionamento di un impianto sul balcone. Tra le ipotesi anche quella di una batteria al litio che potrebbe aver preso fuoco. Poi le fiamme, per un "effetto camino", a causa dello spazio di 15 centimetri tra il rivestimento esterno e la struttura portante, si sono propagate intaccando tutta la facciata. Da accertare anche se il rogo sia partito effettivamente da quell’appartamento e non da un altro sullo stesso pianerottolo.

Le prime foto degli appartamenti mostrano la devastazione, tra porte deformate dal calore e la cenere che ricopre tutto. La Procura ha acceso un faro anche sulla qualità del materiale da costruzione e sull’impianto antincendio, che non avrebbe funzionato correttamente. Dalle testimonianze raccolte finora nell’inchiesta è emerso che i condomini del grattacielo di 18 piani in via Antonini, che domenica sono riusciti a salvarsi, non hanno sentito suonare alcun allarme antincendio quando si sono accorti dall’odore e dal fumo che le fiamme stavano divampando.

Andrea Gianni