Mercoledì 24 Aprile 2024

Governo Truss in bilico Tasse, altro dietrofront Lascia l’uomo di fiducia e lei ora rischia il posto

Manovra finanziaria flop, il ministro delle Finanze costretto a lasciare. La premier vuole andare avanti. Ma nei conservatori cresce la fronda

Migration

di Deborah Bonetti

Il governo conservatore è in ginocchio. Dopo essere stata costretta a silurare il proprio cancelliere dello Scacchiere e amico, Kwasi Kwarteng, pur di salvarsi la pelle, la premier Liz Truss rimane in serio pericolo. Disfandosi del suo fido compagno di strategie finanziarie e promuovendo il veterano Jeremy Hunt (già ministro degli Esteri, della Sanità) la Truss sperava di aver stabilizzato la situazione, ma ieri sera rimanevano gravi dubbi sulla sua longevità politica.

In mattinata, la premier britannica aveva fatto rientrare in fretta e furia Kwarteng dagli Stati Uniti, convocandolo di forza a Downing Street e liquidandolo in una manciata di minuti. In sostanza, Con tanto di ’scivolone’, se è vero che la lettera con cui la premier accetta le dimissioni del ministro mostra il nome dello stesso invece che quello della premier sotto la firma. Kwarteng è stato accusato di aver firmato la mini-finanziaria suicida che ha visto la rivolta dei mercati finanziari e il tonfo della sterlina, ma tutti sanno che dietro il ’mini-budget’ c’era anche la Truss. Lei che durante l’intera campagna pseudo-elettorale (a votarla sono stati solo i membri di partito) ha ripetuto roboticamente che avrebbe tagliato le tasse dal primo giorno. Quindi i dubbi sulla sua credibilità e competenza rimangono.

In una drammatica conferenza stampa ieri pomeriggio la prima ministra è apparsa legnosa e incapace di rispondere alle domande dei giornalisti. La sua apparizione, che avrebbe dovuto calmare gli animi, non è riuscita a convincere la piazza finanziaria e tantomeno il suo stesso partito, E c’è chi sta già scommettendo che non durerà fino a fine mese. Infatti vi è aria di un complotto per sostituirla con un tandem di suoi recenti rivali, ovvero Penny Mordaunt come premier e Rishi Sunak quale cancelliere.

In tutto questo i sondaggi danno il gradimento del partito conservatore in picchiata, e quello della Truss in particolare ai minimi storici, con appena il 9% dell’elettorato pronto a dire di essere soddisfatto della leader. Al timone da poco più di un mese (è stata confermata dalla regina Elisabetta appena il 6 settembre), la Truss si è rivelata una scelta tragica per il partito che, appena 3 anni fa, con Boris Johnson aveva vinto una maggioranza di ben 80 parlamentari alla Camera.

In questo contesto a dir poco complicato per i rivali conservatori, i laburisti cavalcano un’insperata popolarità e, sentendo odore di sangue, sono pronti all’attacco. Sostituire il ministro delle Finanze "non risolve i danni fatti a Downing Street dalla premier", incalza su Twitter il leader laburista, Keir Starmer. "Il suo approccio spericolato ha distrutto l’economia – continua –, portando i mutui alle stelle, e ha minato la posizione della Gran Bretagna sul palcoscenico mondiale, serve un cambio di giorno".

La probabilità di andare alle elezioni anticipate sta crescendo esponenzialmente e alcuni bookmaker le danno già per la primavera prossima. Intanto, l’arrivo di Hunt al Tesoro non è stato accolto con l’euforia che la Truss sperava. Quarto cancelliere nel giro di pochi mesi, Hunt è rispettato per il lavoro svolto agli Esteri e alla Sanità, ma la sua competenza specifica nella finanza è in dubbio. In più rimane il fatto che, per quanto possa essere bravo, dovrà scovare ben 41miliardi di sterline per bilanciare la situazione. Infatti, l’umiliante marcia indietro sul taglio delle tasse per le imprese, deciso dalla Truss, raccoglierà ’solo’ 19 miliardi di sterline. Ne rimangono decine ancora scoperti, cosa che ha fatto collassare anche la reputazione dei Tory come partito fiscalmente responsabile.