Mercoledì 24 Aprile 2024

Giustizia digitale? Ma non sa usare le chiavette Usb

Tommaso

Strambi

Centinaia di pagine evaporate. Svanite nel nulla. Così, ieri a Torino, a causa di una chiavetta Usb vuota, è saltata la sentenza del processo all’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny accusato della morte per amianto di un ex lavoratore e di un residente a Cavagnolo, nel torinese, dove si trovava uno stabilimento Eternit. Un ‘colpo di scena’ che ci fa rimpiangere quella giustizia fatta di carrelli pieni di faldoni trasportati, su e giù per i Palazzi di Giustizia, da cancellieri affaticati. Un paradosso. O, forse, la legge del contrappasso. Mentre, infatti, si corre verso una digitalizzazione del processo (soprattutto per accelerarne i tempi) una chiavetta Usb (possibile che nessuno ne avesse fatto una copia?) s’infila nel processo torinese come un granello di sabbia in un motore. Bloccandolo. Come se uno sbadato assistente giudiziario avesse incautamente dimenticato la finestra aperta e un refolo di vento avesse fatto volare via i fogli da un faldone.

Eppure la digitalizzazione dei fascicoli e l’adozione di strumenti avanzati di analisi dati rappresenta uno dei pilastri su cui deve poggiare l’infrastruttura digitale di una giustizia efficiente. Quella di cui l’Italia ha estremamente bisogno. Tanto che, proprio per questo, tra i capitoli del Pnrr c’è un investimento da 134 milioni di euro. Ma basta una chiavetta ’bruciata’ a mandare tutto in tilt. E pensare che dalla Cina (con i suoi assistenti giudiziari robot o le prove conservate sulla blockchain) all’Estonia – che, grazie al Court Information System ha introdotto l ’assegnazione ottimale delle cause, l’interconnessione tra registri e la generazione automatica di provvedimenti giudiziari –, passando per l’Inghilterra (dove la piattaforma Money Claim Online consente di ottenere interamente online un’ingiunzione di pagamento), la digitalizzazione della giustizia non è fantascienza, ma realtà. In fondo bastava fare una copia. Un po’ come facciamo per le chiavi di casa.