Venerdì 26 Aprile 2024

Fusione nucleare, il test è riuscito Più vicina l’energia pulita del futuro

Gli scienziati europei del progetto Jet hanno acceso una piccola “stella“ per 5 secondi, battendo tutti i record

di Alessandro Farruggia

Un altro significativo passo in avanti verso la fusione nucleare. Una tecnologia che potenzialmente non ha i problemi di sicurezza della fissione nucleare e può garantire energia illimitata a basso costo e con emissioni bassissime. L’impianto europeo Jet (Joint european torus) l’esperimento leader a livello mondiale situato a Culham (Regno Unito), sono stati prodotti per 5 secondi 59 megajoules di energia, un livello più che doppio rispetto al procedente record di 21,7 megajoules stabilito nel 1997 sempre al Jet, il più grande e potente impianto di ricerca sulla fusione in funzione al mondo. Jet è gestito da Eurofusion, un consorzio di 30 organizzazioni di ricerca (e dietro di loro 152 entità associate tra università e aziende), da 25 Stati membri dell’Unione Europea più il Regno Unito, la Svizzera e l’Ucraina ed è finanziato dall’Unione Europea. "Questo record – commenta Alessandro Dodaro, programme manager del gruppo di ricerca italiano in ambito Eurofusion e direttore del Dipartimento Fusione di Enea – potrà convincere anche i più scettici che, condividendo competenze e risorse, il cammino che porterà alla fusione come fonte energetica si è fatto più breve".

Jet ha l’obiettivo di preparare il successo del mega progetto internazionale Iter – che coinvolge Ue, Russia, Stati Uniti, Cina, Giappone e Corea del Sud – in corso di costruzione a Caradace in Francia, che dovrà dimostrare la fattibilità tecnica e scientifica dell’energia da fusione. Iter è al 75% di completamento: nel dicembre 2025 dovrebbe produrre il primo plasma (gas ionizzato) e implementarsi fino al 2035, quando si lavorerà sulla miscela deuterio-trizio, quella "definitiva", producendo teoricamente 10 volte l’energia immessa. Se i test saranno positivi si passerà allora alla costruzione di un reattore dimostrativo attorno al 2040.

Altri progetti come l’americano Cfs (che ha come primo azionista Eni) contano di arrivare nel 2025 al primo impianto sperimentale e se tutto va bene dal 2030 al successivo impianto dimostrativo. Tempi ancora lunghi quindi, ma il settore è in fermento.

"Un processo di reazione di fusione in deuterio e trizio, sostenuto a questo livello di potenza, prossima alla scala industriale – osserva Bernard Bigot, direttore generale di Iter –, rappresenta una clamorosa conferma per tutti coloro che sono impegnati nella ricerca sulla fusione a livello globale. Per il progetto Iter i risultati ottenuti su Jet sono un forte elemento di fiducia nel fatto che siamo sulla strada giusta nel percorso verso la dimostrazione della piena potenza di fusione".

Nel successo di Jet un ruolo importante l’hanno avuto gli scienziati italiani. "I risultati che vengono annunciati – sottolinea la presidente del Cnr, Maria Chiara Carrozza – sono la conferma sperimentale su Jet che è possibile ottenere elettricità da fusione, e sono un passo cruciale verso la produzione in futuro di energia abbondante ed eco-sostenibile". "Quanto ottenuto dal Jet – osserva Gilberto Dialuce, presidente dell’Enea – conferma e rafforza il nostro impegno per il progetto Iter e per lo sviluppo dell’energia da fusione nell’ambito dello sforzo comune europeo. E siamo particolarmente orgogliosi dei nostri ricercatori che hanno lavorato alla preparazione e all’esecuzione degli esperimenti".