Giovedì 25 Aprile 2024

Frana Cinque Stelle, parte l’assedio a Conte

Il presidente: "Sono appena arrivato". Dato nazionale tra il 6 e l’8 per cento, mai decisivi. E la base si ribella: "Ladri di sogni"

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di Elena G. Polidori

Il disastro nazionale del M5s è uno dei dati più macroscopici di questa tornata elettorale. A Milano, il partito di maggioranza relativa non va oltre il 2,8%; a Roma, regno di Virginia Raggi, è l’11,4%; a Torino all’8,2%, a Bologna si ferma al 3,4%. Percentuali umilianti, al netto del traino di figure simbolo come appunto la sindaca di Roma e Chiara Appendino, sindaca uscente di Torino, che rappresentano un macigno sul nuovo corso inaugurato da Giuseppe Conte.

Di fatto, il partito ora guidato dall’ex premier non sarà determinante nei ballottaggi. Forse neppure a Roma. Ma com’è ovvio che sia, il neo leader ieri si è attaccato all’unico dato vincente, quello di Gaetano Manfredi a Napoli, candidato in alleanza con il Pd, a dimostrazione del fatto – tuttavia – che da solo il M5s non va più da nessuna parte. Ed è per questo che la riflessione interna ai grillini, in queste ore, è tutta legata all’idea della futura federazione con i dem: "L’unità paga – si sostiene nelle file dei big stellati – la coalizione con i dem funziona, il risultato incredibile di Manfredi a Napoli ne è la prova. Il “laboratorio Napoli“ deve essere di esempio per le future elezioni".

Ma il quadro è comunque devastante e “rumors“ di genere vario non esitano a sostenere che l’assedio a Conte sia già cominciato da parte di diversi settori del partito. Insomma, l’ex premier è in difficoltà non solo per i candidati, ma anche e soprattutto per i risultati di lista e il clima non è certo quella di una festa tra amici. Spietata, non a caso, l’analisi dei risultati elettorali di Aldo Giannuli, che del M5s è stato stratega: "Con il loro 33% ci hanno fatto il brodo, non hanno fatto nulla a parte il reddito di cittadinanza, che è cosa comunque modesta: non credo che il M5s abbia futuro, non so nemmeno se arriva alle politiche".

Conte, invece, tenta di spacciare il bicchiere grillino come mezzo pieno: "I risultati, anche quando non in linea con le nostre ambizioni, non possono compromettere il nuovo corso" del M5s, "che va realizzato nel medio e lungo termine, una delle criticità è lo scarso radicamento sul territorio, per questo abbiamo iniziato questo nuovo percorso, di dialogo con i cittadini, e ci sono segnali molto incoraggianti". E ancora: "Il progetto politico di rinnovamento del M5s richiederà tempo per alimentare i gruppi territoriali e i forum tematici". "Già adesso – ha proseguito – ci sono segnali molto incoraggianti in alcuni casi: penso a Napoli, Bologna. In altri meno incoraggianti, ma non può essere il primo passaggio a condizionare la solidità e la forza di un progetto".

Ieri, per paradosso, era anche il “compleanno“ del M5s, fondato da Grillo e Casaleggio 12 anni fa nel giorno di San Francesco, patrono d’Italia. Un compleanno, si diceva, amaro, che il fondatore superstite ha commentato in rete con un filo di personale delusione ("12 anni fa abbiamo fatto l’impossibile. Ora dobbiamo fare il necessario!") che gli è costata una gragnuola di commenti negativi da parte della base grillina di libera uscita: "Siete riusciti a dissipare tutto in soli 2 anni – si legge in uno dei post – impresa ancora più difficile della prima", scrive Filippo. "M5s: il più grande fallimento della politica degli ultimi anni", il commento di Claudio Stanasel, vicepresidente del Consiglio comunale di Prato. "Dodici anni per cambiarlo – attacca Serena –, ma in due anni avete distrutto tutti i vostri principi". "Pena e compassione... Siete ladri di sogni! Mai più", si sfoga invece Olivia. Tra i commenti anche quello di Marì Muscarà, consigliera comunale di Napoli fuoriuscita dal Movimento, che rispolvera un vecchio cavallo di battaglia: "Ma vai a fare in c...".