Mercoledì 24 Aprile 2024

Focolaio al Billionaire, indagati i gestori

Chiusa l’inchiesta: il reato ipotizzato è epidemia colposa. Nei guai anche gli amministratori di altre due discoteche sarde

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di Antonio Del Prete

Epidemia colposa. Due parole molto pesanti per tradurre con il linguaggio del codice penale il focolaio da Covid divampato al Billionaire l’estate scorsa. Dell’accusa devono rispondere i gestori della discoteca della Costa Smeralda di cui è proprietario Flavio Briatore. La Procura di Tempio Pausania, infatti, ha notificato loro la chiusura dell’inchiesta. Risultano indagati anche gli amministratori di altri due locali sardi, il Phi Beach di Baja Sardinia e il Country Club di Porto Rotondo, ma in questo caso il reato ipotizzato è lesioni colpose.

Fu soprattutto il Billionaire a occupare le pagine dei giornali: 58 i casi di positività certificati tra i dipendenti sugli 87 tamponi processati dalle autorità sanitarie sarde. Scoppiò un caso: la discoteca, eletta in qualche modo a simbolo di tutti i locali da ballo, divenne mediaticamente il teatro principe del contagio estivo.

Peraltro, chiuse anticipatamente i battenti il 17 agosto scorso in aperta polemica con le ultime ordinanze restrittive del sindaco di Arzachena (Sassari), che stabilivano stop alla musica dalla mezzanotte.

Di lì a poco il famigerato Covid-19 colpì anche il proprietario. Flavio Briatore avvertì i primi sintomi di spossatezza accompagnati da una leggera febbre domenica 23 agosto. Quindi, l’imprenditore lasciò Montecarlo alla volta dell’ospedale San Raffaele di Milano, dove fu ricoverato. "Per prostatite acuta", disse l’amica Daniela Santanchè prima che il tampone rinofaringeo desse responso positivo. Si trattava di Coronavirus.

Fuori dal reparto si alzò un altro polverone, soprattutto sui social network. "Giustizia divina", commentò l’assessore comunale bolognese Claudio Mazzanti riferendosi alle sfuriate del manager contro i virologi "che avrebbero terrorizzato l’Italia" e i "ministri incapaci" per la chiusura post-ferragostana delle discoteche "capro espiatorio". "Sembra che questo virus agisca solo di notte", si sfogò in quei giorni l’ex team manager della Benetton in Formula 1. Che a Mazzanti replicò: "Spera nella giustizia divina, ma se non funziona ti vengo a cercare".

Il virus lo aveva attaccato in forma lieve, dopo cinque giorni di ricovero era già fuori. In un’ala separata della villa di Daniela Santanchè, in zona corso Vercelli, a Milano, dove trascorse il periodo di quarantena. Lui avrebbe voluto tornare nel Principato, ma si dovette arrendere ai medici che gli consigliarono di non isolarsi troppo lontano per continuare a monitorarlo durante la convalescenza come un malato di covid qualsiasi.

"Ci stanno massacrando, io e Flavio siamo utili come arma di distrazione di massa!", attaccò sul palco del Twiga l’esponente di Fratelli d’Italia.

Il 13 settembre la guarigione, sancita da due tamponi negativi.

Nel frattempo i magistrati sardi, coordinati dal procuratore Gregorio Capasso, avevano aperto un fascicolo d’inchiesta sul focolaio del Billionaire e di altri locali della Costa Smeralda, inizialmente senza indagati né ipotesi di reato. Adesso ci sono.