"Chi guida è come se avesse un’arma carica in mano. Se non usa cautela, può fare danni gravissimi a sé e agli altri. Per questo serve consapevolezza". Così Paolo Maria Pomponio, direttore della Polizia stradale italiana.
Dottor Pomponio, com’è stata questa estate sulle strade italiane?
"La mobilità è ripresa in maniera pressoché totale, siamo tornati a livelli pre Covid, e così l’incidentalità è risalita quasi a livello del 2019. Per quanto riguarda le autostrade, dove abbiamo competenza esclusiva, abbiamo registrato un lieve decremento rispetto al 2019 e un aumento rispetto al 2021. Se guardiamo ai primi otto mesi dell’anno, sulla rete autostradale gli incidenti sono stati 18.099, a fronte dei 18.913 del 2019. Il calo è quindi del 4,3%. Sempre nei primi otto mesi del 2022 gli incidenti mortali sono stati 150, a fronte dei 164 del 2019: un calo dell’8,5%. È andata un po’ meglio, ma ogni incidente mortale è di troppo".
Rispetto agli anni ’60 e ’70 il confronto è però positivo: il numero degli incidenti e dei morti era allora enormemente superiore. Nel 1972 si è avuto un picco di 11.078 morti...
"Certo, le nostre strade sono più sicure. La sicurezza è un complesso meccanismo frutto della sintesi di tre fattori: l’infrastruttura, la tecnologia dei veicoli e il fattore umano. Sui primi due fattori, specialmente sul secondo, sono stati fatti grandi progressi. Sul terzo c’è ancora molto da lavorare e per questo noi operiamo su due livelli: campagne di sensibilizzazione e repressione. Anche perché il rischio oggi è affidarsi troppo alla tecnologia abbassando l’attenzione. La verità è che oltre il 90% dei sinistri dipende da errate condotte umane".
Quali sono i fattori umani che inducono gli incidenti?
"Spesso un incidente non si basa su una sola causa, però troviamo come comune denominatore nella maggior parte di casi la distrazione. Faccio un esempio pratico. Pochi giorni fa, in un’autostrada italiana, c’è stato un incidente mortale perché un’auto è andata a tamponare un mezzo pesante che, su un rettilineo e in condizioni di buona visibilità, aveva avuto un incidente in corsia di sorpasso. Se il guidatore dell’auto, che purtroppo è deceduto, avesse osservato la distanza di sicurezza e fosse stato più attento, avremmo una vittima in meno. Un altro fattore che determina incidenti mortali è il mancato uso delle cinture di sicurezza, specialmente nei sedili posteriori. E poi, certo, c’è la velocità".
Gli eccessi di velocità stanno riducendosi grazie ai tratti coperti da tutor?
"I tutor hanno un’importante efficacia dissuasiva, ma le infrazione per eccesso di velocità sono sostanzialmente nella media".
Come mai quest’anno tanti casi di conducenti contromano?
"Abbiamo esaminato 70 casi di contromano che si sono registrati quest’anno. Tra i fattori che pesano c’è anche l’età, oltre a un rilevante numero di persone sotto effetto dell’alcol o della droga. E poi, certo, in un terzo dei casi c’è ancora la distrazione".
Anche quest’anno avete fatto molti controlli, rilevando 222.299 infrazioni...
"Certo, ma i controlli da soli non bastano, non possiamo militarizzare le autostrade. Bisogna parimenti educare la persone. E quindi lavoriamo con strutture come il nostro pullman azzurro nel quale è stata creata un’aula multimediale nella quale mostriamo, anche con la realtà virtuale, le conseguenze di un incidente e gli effetti della velocità. Con i simulatori e i visori, facciamo provare anche cosa significa guidate sotto effetto dell’alcool o delle droghe. E posso assicurare che molti capiscono".
Alessandro Farruggia