Domenica 19 Maggio 2024

Casteldaccia, da contratto gli operai morti non sarebbero dovuti scendere

Il contratto di appalto prevedeva l’aspirazione dei liquami dalla superficie con l’autospurgo. Restano ancora gravissime le condizioni di Domenico Viola, l’operaio 62enne superstite alla tragedia

Casteldaccia (Palermo), 7 maggio 2024 – Non sarebbero dovuti scendere all'interno della stazione di sollevamento i cinque operai morti ieri a Casteldaccia durante la manutenzione della rete fognaria. Il contratto di appalto stipulato con Amap, la municipalizzata che aveva dato alla loro ditta, la Quadrifoglio group, l'appalto dei lavori, prevedeva che l'aspirazione dei liquami avvenisse dalla superficie attraverso un autospurgo e che il personale non scendesse sotto terra. Questo spiega perché nessuna delle vittime indossava la mascherina né aveva il gas alert, un apparecchio che misura la concentrazione dell'idrogeno solforato, il gas che poi li ha uccisi. 

Non è chiaro, dunque, perché i cinque siano scesi all'interno della stazione di sollevamento nè cosa sia accaduto dopo. L'ipotesi che si sia rotto un tubo da cui poi è fuoriuscito il gas è smentita dai vigili del fuoco, mentre non si esclude che gli operai abbiano potuto aprire una paratia che sarebbe dovuta restare chiusa. L'ambiente infatti, in condizioni normali, è a tenuta stagna. 

L’impianto fognario dove sono morti gli operai è sotto sequestro. I lavoratori sono rimasti intrappolati nella vasca interrata dell’impianto di sollevamento delle acque reflue dell’Azienda municipale acquedotti (Amap) sulla Statale di Casteldaccia, mentre stavano eseguendo dei lavori di manutenzione.

E restano ancora gravissime le condizioni di Domenico Viola, l’operaio 62enne superstite alla tragedia. L’uomo è ricoverato al Policlinico di Palermo, dove è intubato e ventilato, in distress respiratorio gravissimo, a causa di una intossicazione da idrogeno solforato. La prognosi è riservata sulla vita almeno per le prossime 24 ore. Sono in tutto quattro gli operai colti da malore e portati in ospedale. 

"Le cose devono cambiare”

Oggi è anche il giorno della rabbia. Le segreterie provinciali di Fillea, Filca, Feneal hanno proclamato 8 ore di sciopero che si affianca a quello generale di 4 ore di Cgil, Cisl e Uil per tutti gli altri settori. Un sit-in di circa trecento persone è in corso a Palermo, davanti alla prefettura. “O cambiano le cose o proseguiremo a oltranza con le mobilitazioni, per rivendicare la sicurezza nei cantieri”, affermano, “non riusciamo a capire come mai non siano stati previsti tutti gli accorgimenti necessari per interventi dove possono verificarsi fuoriuscite di gas nocivi, pericolosi per l’incolumità pubblica. Con questa nuova tragedia, si certifica una situazione di emergenza e di stato di guerra. Qui i morti sul lavoro si stanno moltiplicando giorno dopo giorno. Al prefetto chiediamo l’intervento delle istituzioni e a sollecitare il tavolo su salute e sicurezza che da tempo chiediamo”. Dai controlli effettuati presso gli enti bilaterali, aggiungono i sindacati, alcuni dei lavoratori “erano sotto inquadrati rispetto alle mansioni che stavano svolgendo in cantiere”. Tra i deceduti anche un lavoratore interinale, lavoratori “troppo spesso considerati lavoratori di serie B”.

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