Venerdì 26 Aprile 2024

Erdogan gela Finlandia e Svezia Ma Italia e Usa: "Subito nella Nato"

Presentata ufficialmente la richiesta di adesione. La premier Marin vede Draghi: "Insieme saremo più forti"

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di Giovanni Rossi

Sì convinto dell’Italia all’adesione di Finlandia e Svezia alla Nato. Contro le minacce della Russia, i due paesi scandinavi rinunciano a una neutralità di lunghissimo corso e chiedono riparo all’alleanza atlantica. Le lettere ufficiali di adesione sono consegnate simultaneamente a Bruxelles dall’ambasciatore finlandese Klaus Korhonen e dall’ambasciatore svedese Axel Wernhoff al segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. "Sono onorato di ricevere le richieste di adesione di Svezia e Finlandia", commenta il politico norvegese. "Non vedo l’ora di accoglierle come 31° e 32° alleato", twitta a stretto giro il segretario di Stato americano Antony Blinken. "Una giornata storica per la nostra alleanza e per il mondo intero", aggiunge il premier britannico Boris Johnson. L’unico a mettersi di traverso è il presidente turco Recep Tayyip Erdogan: "Sosteniamo sempre l’alleanza e lo spirito alleato. Ma non possiamo dire sì a ogni proposta, non possiamo dire sì a un’alleanza con quei paesi che sostengono i terroristi (ndr, curdi) che minacciano la sicurezza della Turchia", alza la posta Ankara, anche in forza delle energie diplomatiche spese per mediare (invano) tra Russia e Ucraina. "Siamo tutti d’accordo sul fatto che dobbiamo stare insieme", smorza il conflitto Stoltenberg.

L’Italia spende la sua parola per un ingresso immediato dei due paesi scandinavi. È il presidente del Consiglio Mario Draghi a comunicarlo di persona alla premier finlandese Sanna Marin, in visita diplomatica a Roma. "L’Italia accoglie con grandissimo favore questo giorno storico per la Finlandia. Noi, come altri paesi, saremo impegnati a garantire e aiutare la sicurezza della Finlandia nella fase di transizione. Cosa questo comporti lo vedremo, ma questo impegno c’è e non ha condizioni", sottolinea Draghi alla 36enne premier, la più giovane nella Ue.

"Il contesto della sicurezza europea è cambiato perché la Russia ha detto chiaramente che non rispetta i principi fondamentali e che vuole impedire e limitare la libertà degli altri paesi nello scegliere le loro condizioni di sicurezza", esplicita la leader finlandese precisando (anche) perché l’ingresso nella Nato sarebbe ideale per tutti: "La Finlandia vuole garantire la sicurezza per il proprio avvenire, per se stessa ma anche per tutta Europa rafforzando l’alleanza nel suo insieme. Un grande contributo alla sicurezza del Mar Baltico, nell’Europa del nord, ma anche dell’Europa in generale". "Dobbiamo costruire una vera difesa europea, complementare alla Nato, per contribuire alla protezione dei nostri valori fondanti – replica Draghi –. La guerra ci mette davanti a sfide strategiche enormi, che non possiamo affrontare da soli. Dobbiamo adottare strumenti aggiuntivi per contenere l’impatto dei costi dell’energia, investire nella transizione energetica e nella ricostruzione dell’Ucraina".

"Io non ho la percezione che la Turchia voglia porre un veto all’ingresso di Finlandia e Svezia nella Nato – raffredda il caso del giorno il ministro degli Esteri Luigi Di Maio – e sono fiducioso che il dialogo possa portare a una soluzione". Ma in vista della ratifica degli stati membri, Helsinki e Stoccolma tifano per un’integrazione lampo. "Vogliamo assicurarci che questa procedura possa svolgersi più rapidamente possibile ed è questo l’elemento essenziale per noi e per la Svezia", ricorda Marin a scanso di limbo. In caso di ritorsioni russe, il Regno Unito offre di aprire il proprio ombrello (anche nucleare). E il pensiero corre ai messaggi incattiviti di Mosca, con la quale Helsinki condivide 1300 km di frontiera, quando il dossier Nato era ancora al voto del parlamento. Dopo minacce seriali, ora il Cremlino potrebbe passare ai fatti. I toni sono meno truculenti rispetto alla precedente messaggistica, ma l’irritazione del Cremlino resta profonda. La reazione di Mosca? "Sarà una sorpresa. Sta al nostro ministero della Difesa", prende tempo la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova. La contromisura più immediata dovrebbe in realtà essere il taglio delle forniture di gas a Helsinki, forse già domani, ma ufficialmente solo in risposta al mancato pagamento in rubli tra Gasum e Gazprom.