Mercoledì 24 Aprile 2024

"Eravamo nude e ci scattava foto" Bufera sull’allenatore di snowboard

Olimpiadi di Pechino, il ct degli Stati Uniti Peter Foley è accusato di molestie. Nel mirino anche un atleta

L’allenatore della squadra di snowboard statunitense, Peter Foley

L’allenatore della squadra di snowboard statunitense, Peter Foley

di Doriano Rabotti

Ormai l’elenco inizia ad essere lungo, troppo lungo. Anche se paradossalmente è meglio così: perché è chiaro che il coraggio di denunciare le molestie subite sia un esempio che ha dato la spinta anche a chi finora ha sofferto in silenzio. E sapere è il primo passo per intervenire.

Quello che sta emergendo, caso dopo caso, è un dato di fatto chiaro: nemmeno lo sport è un’isola felice lontana dalle miserie della vita. L’ultimo scandalo arriva dalle Olimpiadi e riguarda l’allenatore della nazionale di snowboard Peter Foley, accusato di aver "scattato foto ad atlete nude per oltre un decennio".

La Federazione americana sta indagando sulla situazione denunciata da Callan Chythlook-Sifsof, una delle prime a fare coming out dichiarandosi omosessuale, altro tabù che nello sport sta cadendo negli ultimi anni. Ma stavolta il punto è un altro, le molestie. La Chythlook-Sifsof ha detto che Foley le sussurrò "frasi e commenti inappropriati" quando aveva 17 anni (quindici anni fa, quindi), e ha tirato in ballo anche Hagen Kearney, trentenne, ex olimpionico, che avrebbe tenuto "comportamenti intimidatori e offensivi" con battute che secondo l’ex snowboarder americana alludevano a stupri. Foley, che guida la nazionale americana dal ’94 ed è considerato un punto di riferimento dagli americani, si è detto "totalmente sorpreso. Respingo le accuse con forza – ha detto al New York Times – sto facendo del mio meglio per concentrarmi a sostenere gli atleti qui alle Olimpiadi".

Tra questi atleti ci sono Lindsey Jacobellis e Nick Baumgartner, che ieri hanno vinto l’oro nello snowboard cross a squadre miste battendo i nostri Visintin e Moioli: Baumgartner ha definito Foley "come un padre", mentre la Jacobellis ha rilasciato una dichiarazione forse un po’ troppo....sportiva: "E’ sconvolgente che tutto ciò accada mentre stiamo cercando di concentrarci e arrivi a rompere un po’ l’energia della nostra squadra", come se fosse questo il punto. Ovviamente ci penserà chi di dovere a verificare le accuse rivolte al tecnico. Di sicuro negli ultimi anni il vaso di Pandora è stato scoperchiato, e cominciano a diventare troppe le crepe che svelano azioni sistematiche, soprattutto negli Stati Uniti. La denuncia della ginnasta Simone Biles nei confronti del medico della nazionale Larry Nassar permise ad altre 149 giovani donne di trovare la forza per raccontare quello che avevano subito (e portò alla condanna del dottore da parte del giudice Rosemarie Aquilina: "È un mio onore e privilegio condannarla"). Nell’ottobre scorso due giocatrici accusarono Paul Riley, tecnico della squadra di calcio femminile delle North Carolina Courage, di averle costrette a rapporti sessuali. In Italia, l’ex pallavolista della nazionale Maurizia Cacciatori ha raccontato di aver cambiato squadra quando aveva vent’anni, per le avances del suo tecnico. Ha trovato la forza di parlarne tanti anni dopo, perché i tempi ormai sono cambiati. Per fortuna.