Giovedì 18 Aprile 2024

Enrico Mattei, per la Cia era fascista. Sapelli: "Solo fango. È un attacco all’Italia"

La declassificazione di alcuni dossier Usa getta ombre sul padre dell’Eni. L’economista: "Merzagora e Valiani mi raccontavano la sua Resistenza. Quei file? Li leggiamo oggi perché il governo vuole un piano per l’Africa"

Enrico Mattei

Enrico Mattei

Roma, 18 dicembre 2022 - Enrico Mattei, un "fascista fino al 1945", un "falso partigiano". Uno che si sarebbe "comprato il grado" dal generale Cadorna. "Fango vergognoso, un attacco scomposto" al fondatore dell’Eni per lo storico dell’economia Giulio Sapelli. "Una storia tutta Italiana, che non arriva a caso, ma colpisce il governo nel momento in cui Giorgia Meloni parla di un piano Mattei per l’Africa". A sessant’anni dalla morte del visionario padre dell’industria energetica di Stato, la sua figura è ancora al centro delle polemiche. Tutto parte dalla decisione dell’Amministrazione Usa di caricare sul sito degli Archivi di Stato 13.173 file desecretati. Fra i tanti, un cablogramma spedito da Lester Simpson, capo dell’intelligence americana a Roma, l’11 agosto del 1955 in cui si leggono pesanti accuse al manager-politico.

Professore, Mattei un fascista? "Ma quale fascista, questo è un attacco alla dignità personale e politica di un valoroso partigiano. Lasci dire: ho lavorato per anni con Cesare Merzagora e Leo Valiani (rispettivamente ex presidente del Senato e storico e politico antifascista, ndr ), entrambi, pur con grandi differenze politiche, raccontavano del lavoro pericolosissimo che Mattei svolgeva per la Resistenza al Nord. Raccoglieva i soldi dagli imprenditori, fra i quali Enrico Falck, l’industriale dell’acciaio che contribuì alla nascita della Dc, e li portava in montagna a chi combatteva".

Mattei sembra fosse stato durissimo con Mussolini.

"Me lo raccontò Valiani, che non se ne stupiva: Mattei fu tra i primi a volerne la fucilazione. “Se lo consegniamo agli inglesi fra qualche anno ce lo troviamo alle elezioni“, disse. Ma la cosa più terribile è l’insinuazione che si legge sulla moglie di Mattei, Greta Paulas, cui si attribuisce una relazione con un ufficiale nazista. Pettegolezzi ignobili".

A scriverli è l’intelligence Usa...

"La signora Mattei alla morte del marito, che girava lo stipendio alle suore, si ritrovò povera. Il consiglio d’amministrazione dovette votarle un vitalizio. L’intelligence lavora con il materiale che ha: il fango. Il vero impegno è vagliarlo, distinguere il vero dal falso. E chi trova questi documenti decenni dopo non può prenderli così, senza leggerne il contesto. Uno storico lo sa: trovare una fonte non significa trovare la verità".

Allora il contesto qual è?

"Racconti raccolti da nemici politici ed economici di Mattei".

E perché li leggiamo oggi?

"Perché Giorgia Meloni ha parlato di un “piano Mattei“ per l’Africa. E questo evidentemente non piace. A partire dalla Russia, dalla Cina e dalla Turchia"

Manovre internazionali?

"Non credo. Solo tattica politica a corto raggio".

Ma perché Mattei è ancora un bersaglio dopo tanti anni?

"Perché dà fastidio: ha insegnato che le grandi imprese si dirigono solo con grandi ideali civili. E che il nostro futuro è nel rapporto con l’Africa".