
Gli Usa: firmi l’accordo sul nucleare. Macron: "Difenderemo Israele". .
di Lorenzo Mantiglioni
"Mi stanno chiamando per parlare", ha dichiarato il presidente americano, Donald Trump, in un’intervista telefonica rilasciata a Nbc News. Secondo il tycoon, gli esponenti iraniani che cercherebbero un dialogo sono le "stesse persone con cui abbiamo lavorato l’ultima volta. Molti di loro ora però sono morti". "C’è ancora tempo – scrive inoltre su Truth – per porre fine a questo massacro. I prossimi attacchi già pianificati saranno ancor più brutali. A Teheran ho detto di raggiungere un accordo, dato che Israele possiede in abbondanza il più letale equipaggiamento militare prodotto dagli Stati Uniti, ma non ci sono riusciti". Trump ha anche affermato di essere stato a conoscenza dei piani di Israele. Sarebbe stato informato lunedì.
Molteplici sono le reazioni provenienti da tutto il mondo a seguito dell’attacco contro l’Iran che, come conferma Trump, gli americani conoscevano con anticipo. Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha annunciato in conferenza stampa che Parigi "parteciperà a operazioni di protezione e difesa di Israele" nel caso di rappresaglie condotte da Teheran, ma che "in nessun modo parteciperà a qualsiasi operazione offensiva". Da Mosca sono arrivate le parole del presidente Vladimir Putin: le azioni di Israele "violano la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale". Ha poi affermato, durante il colloquio con Benjamin Netanyahu, la sua disponibilità a mediare per prevenire un’ulteriore escalation delle tensioni. La mossa di Putin potrebbe costituire una novità importante nella crisi tra Israele e Iran. Del resto, da un punto di vista diplomatico, la Russia è teoricamente nella posizione di poter fare da mediatrice. Non lo sono gli Usa. Non lo sono i leader europei. Ferma la condanna del ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov: "La responsabilità di tutte le conseguenze di questa provocazione ricadrà sulla leadership israeliana". Più moderata la reazione di Pechino. "La Cina è profondamente preoccupata – afferma il ministro degli Esteri, Lin Jian – per le gravi conseguenze che l’attacco potrebbe comportare", esortando "ad adottare delle misure che promuovano la pace e la stabilità nella regione, evitando un’ulteriore escalation delle tensioni".
In Europa fanno sentire la loro voce la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen ("Una risoluzione diplomatica è ora più urgente che mai, per il bene della stabilità della regione e della sicurezza globale"), il primo ministro britannico, Keir Starmer, quello tedesco, Friedrich Merz, e quello francese, Emmanuel Macron, con un appello congiunto ("I tre leader hanno discusso – riferisce Downing Street – delle gravi preoccupazioni che da tempo gravano sul programma nucleare iraniano, sollecitando tutte le parti a trattenersi da ogni ulteriore escalation che potrebbe destabilizzare la regione mediorientale"). Giorgia Meloni ha avuto anche un colloquio con Donald Trump.
Più dura la presa di posizione della Turchia. "L’attacco viola il diritto internazionale – sostiene il ministro degli Esteri, Hakan Fidan –. Il fatto che gli attacchi siano avvenuti in un momento in cui i negoziati sul programma nucleare iraniano si stavano intensificando dimostra che il governo di Netanyahu non vuole che la questione sia risolta per via diplomatica, e non esita a mettere a repentaglio la stabilità regionale e la pace globale per i propri interessi".