Lunedì 29 Aprile 2024

Super latitanti, chi sono gli ultimi tre nell'elenco dei ricercati

Nella lista dei più pericolosi spiccano i nomi di Matteo Messina Denaro, Giovanni Motisi e Attilio Cubeddu

Matteo Messina Denaro, Attilio Cubeddu, Giovanni Motisi

Matteo Messina Denaro, Attilio Cubeddu, Giovanni Motisi

Roma, 2 marzo 2019 - Sono tre i superlatitanti italiani, classificati come elementi di massima pericolosità, che ancora mancano all’appello. Con la cattura di Marco Di Lauro, che fino a ieri era il numero due del famigerato elenco stilato dalla Direzione centrale della polizia criminale, il cerchio si stringe attorno a tre primule rosse: due boss mafiosi e un criminale specializzato nei sequestri di persona. La lista originaria include nomi di esponenti di mafia, camorra, ‘ndrangheta, sacra corona unita e anonima sequestri. Vediamo i profili dei tre ai quali il Gruppo integrato interforze per la ricerca dei latitanti più pericolosi (GIIRL) continua a dare la caccia, anche all'estero. Le foto segnaletiche sono esposte in ogni Questura.

MATTEO MESSINA DENARO - Nato a Castelvetrano in provincia di Trapani nel 1962, ricercato dal 1993, deve scontare l’ergastolo. Diabolik, U siccu (il secco). Oppure Alessio, come si firmava nei pizzini ritrovati dagli investigatori nel covo di Binnu Provenzano, a Montagna dei Cavalli. Sono questi alcuni dei soprannomi con cui è conosciuto Matteo Messina Denaro, famigerato esponente di cosa nostra. Fedelissimo di Totò Riina, dopo l’arresto del boss si mise agli ordini di Provenzano, padrino con cui scambiava pizzini. Attorno al boss mafioso polizia, carabinieri e guardia di finanza stanno facendo terra bruciata. In carcere, negli anni, sono finiti suoi fiancheggiatori, uomini d’onore e familiari. Lui ama il lusso, le donne e la bella vita. Le autorità lo ritengono responsabile di efferate esecuzioni, come nel rapimento del piccolo Giuseppe Di Matteo, ordito per costringere il padre Santino a ritrattare le rivelazioni sulla strage di Capaci, poi strangolato e sciolto nell’acido dopo 779 giorni di prigionia. Nei confronti di Messina Denaro è stato emesso un mandato di cattura per associazione mafiosa, omicidio, strage, devastazione, detenzione e porto di materiale esplosivo, furto e altri reati. L’ultima volta è stato visto in vacanza a Forte dei Marmi insieme con i fratelli Filippo e Giuseppe Graviano.

GIOVANNI MOTISI - Palermitano, classe 1959, Giovanni Motisi, detto «il Pacchione» (il grasso) è ricercato per omicidio dal 1998. L’anno seguente è entrato nella lista dei ricercati dell’Interpol. Dal 2001 il capo di imputazione è associazione di tipo mafioso, e dal 2002 per strage. Secondo gli inquirenti, Giovanni Motisi faceva il sicario agli ordini di Totò Riina, ed è stato un fedelissimo di Bernardo Provenzano. Condannato all’ergastolo per l’omicidio del commissario Giuseppe Montana, ucciso il 28 luglio 1985, da tre anni è salito al vertice della lista dei superlatitanti pericolosi, si ritiene che possa essersi nascosto in Francia.

ATTILIO CUBEDDU - Per l’anonima sequestri è ancora ricercato Attilio Cubeddu, latitante dal 1997, che deve scontare 30 anni in via definitiva. Curbeddu non fece rientro, al termine di un permesso, nella Casa Circondariale di Badu è Carros (NU), dove era ristretto, per sequestro di persona, omicidio e lesioni gravissime. 

IN MANETTE - Tra gli arrestati eccellenti, catturati in questi anni, che erano inseriti nella lista dei latitanti di massima pericolosità, spiccano i nomi di Michele Zagaria, arrestato per camorra nel 2011, di Antonio Iovine, arrestato nel 2010 a Casal di Principe e anch’egli boss di camorra; di Giovanni Strangio, esponente della ‘ndrangheta arrestato nel 2009 nei Paesi Bassi, di Giuseppe Bellocco, catturato nel 2007 in Calabria e appartenente alla ‘ndrangheta, di Giuseppe Morabito, preso nel 2004 in Calabria. Tra i superlatitanti c’era ovviamente anche il nome di Salvatore Riina, ricercato dal 1969, arrestato nel 1993 e morto nel novembre 2017.