Mercoledì 24 Aprile 2024

Allarme crolli a scuola, uno ogni tre giorni

Il rapporto: il 53% degli edifici non ha l'agibilità. "Serve subito una legge"

 Torino, il crollo al liceo di Rivoli nel 2008 (Ansa)

Torino, il crollo al liceo di Rivoli nel 2008 (Ansa)

Roma, 3 aprile 2019 - Save The Children – che non si occupa solo di catastrofi umanitarie – e Cittadinanzattiva – che rivendica la partecipazione civica alla tutela dei diritti e dei beni comuni – chiedono al Parlamento di rivoluzionare il sistema di interventi sull’edilizia scolastica. Un nuovo impegno contro lutti e macerie. Trentanove morti a scuola dal 2001 al 2008, la media di un crollo di pezzi di edificio o distacco di intonaco, ogni tre giorni, dall’inizio dell’anno scolastico, 4 milioni e mezzo di studenti e 17.187 scuole in zona sismica alta o medio-alta, indicano un problema strutturale.

Il patrimonio scolastico italiano è composto da 40.151 edifici attivi. Oltre la metà – 22.000 – è stata costruita prima del 1970. La verità è choccante: solo il 53,2% delle scuole possiede il certificato di collaudo statico e il 53,8% non ha quello di agibilità o abitabilità.

«Occorre integrare e riordinare l’attuale normativa: vanno messi al centro il diritto dei bambini a una scuola sicura in senso strutturale e antisismico ma anche confortevole e priva di barriere architettoniche, e il diritto delle famiglie a una piena informazione sulla condizione degli edifici che i loro figli frequentano», sollecita Raffaela Milano (Save the Children).

«La sicurezza scolastica sia garantita nei fatti – auspica Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva –. Crediamo che una proposta di legge che veda al centro la partecipazione dei cittadini per la messa in sicurezza, la ricostruzione e costruzione di nuovi edifici scolastici, possa diventare un terreno di impegno comune per organizzazioni civiche, comitati e istituzioni».

Le due organizzazioni presentano un Manifesto in nove punti. Le priorità sono la concreta definizione di competenze e responsabilità e il superamento della frammentazione nei finanziamenti. La politica prende nota e trattiene il respiro, perché la materia è sotto scacco di un centinaio di riferimenti legislativi solo negli ultimi otto anni. Roba da mal di testa. Senza dimenticare le difficoltà a monte: la competenza per la manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici è dei Comuni per la scuola primaria e delle Province per la scuola secondaria; la programmazione è delle Regioni; i fondi arrivano dallo Stato attraverso i più diversi veicoli. Un labirinto. Con parecchie buche.

Le azioni concrete degli ultimi cinque anni – scuole innovative, indagini diagnostiche, sblocco cantieri, nuova edilizia scolastica, mutui di cdp (soprattutto) e bei – hanno cominciato a riempire i vuoti. però il piatto piange ancora: lo stanziamento 2018-2021 per ristrutturazioni, antisimica e ricostruzioni è di appena 80 milioni. e anche i 250 milioni annui fino al 2033, per i piani sicurezza di scuole e strade – assegnati in manovra alle province – risultano insufficienti. un piano organico di azioni mirate è ancora lontano.